ItaliaOggi, 27 gennaio 2016
Il successo di Snapchat, l’app che permette di scambiarsi testi, foto e video (soprattutto porno) che si autodistruggono e senza lasciar tracce
Nel liquidissimo mondo dei social network tre fenomeni si stagliano: l’espansione strapotente di Facebook, l’inarrestabile declino di Twitter; e l’emergere galoppante di Snapchat. Tre fenomeni in qualche modo collegati, che confermano come i social media lottino per conquistare il monopolio assoluto ma continuino a essere giganti dai piedi d’argilla.
Facebook ha annunciato che sta per lanciare un suo browser in modo da far leva sui suoi 2 miliardi di utenti per agganciarli ai propri server e tenerceli legati anche quando escono dal social network per fare i fatti propri sul web. È un attacco frontale a Google e Microsoft, leader nei browser con Google Chrome e Internet Explorer, ma ancor più al primo che al secondo, perché avere un browser è prodromico al fatto di dotarsi anche di un motore di ricerca, tanto più che dentro Facebook il motore di ricerca c’è ma per ora si limita a cercare nel social network..
Non si capisce dove, così espandendosi, Facebook conti di fare soldi, se non con la solita pubblicità che sta diventando un rivolo sempre più avaro, ma questa rarefazione dell’unica attuale fonte di proventi spiega il bisogno di essere ubiquitari che i due big del web manifestano con uguale urgenza. Avvolgerci nelle spire del marketing per diventarci indispensabili.
Ma non funziona sempre così. Lo conferma la perdurante crisi di Twitter, che deve archiviare come un flop anche il lancio di Periscope, l’applicazione per le dirette video con lo smartphone. È un sistema geniale ma non ha sfondato, forse perché richiede un impegno eccessivo agli utilizzatori e non sembra in grado di invertire la tendenza al declino della casa madre.
Che cosa sta crescendo, invece, impetuosamente, negli Usa? Snapchat, un social media che permette di scambiarsi testi, foto e video che si autocancellano pochi secondi dopo essere stati visualizzati. È nato nel 2011 per rispondere a esigenze «birichine»: scambiarsi foto e video porno, o soluzioni ai compiti scolastici. Ma va fortissimo tra i giovani americani.
Perché? Probabilmente perché la caducità dei suoi messaggi incarna e garantisce la portata effimera della comunicazione sui social. La gente comincia a percepire che rischiare di perdere un posto di lavoro per aver scritto una scemata su Facebook è da stupidi. Non a caso, Snapchat nasce dall’osservazione dei due giovanissimi fondatori, Evan Spiegel e Bobby Murphy, del fatto che molti loro conoscenti «ripulissero» il loro profilo Facebook dai contenuti potenzialmente discreditanti prima dei colloqui di lavoro
Snapchat è una polizza contro questo pericolo: tutto scivola via in pochi secondi, foto o video o testo che sia. Snapchat che vanta 200 milioni di utenti circa, è l’unico social network che restituisce alla comunicazione disinibita e superficiale del web quella dimensione innocua, che l’essere «parola scritta» le aveva tolto. Verba volant ma con Snapchat anche scripta volant.