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 2016  gennaio 27 Mercoledì calendario

Il caffè non fa venire la tachicardia, è dimostrato

Rivoluzione in una tazzina. Sì, fino a quattro caffè al giorno se il cuore sta bene. Un solo espresso, invece, se si soffre di aritmie, se si è stati colpiti da infarto, se si ha la pressione alta o si è ipertiroidei. Per tutti gli altri, per coloro che non hanno problemi cardiocircolatori, dunque, si apre una nuova era: il caffè non fa male al cuore. Può essere bevuto con tranquillità, senza abusarne, e qualche volta è lecito pure un sgarro. Del quale potrebbe lamentarsi soprattutto lo stomaco nel quale arriva una sorta di proiettile bollente più volte nella giornata.
IL CAMPIONE
È l’università della California a San Francisco a scardinare questi pilastri scientifici fino ad oggi considerati inossidabili e inattaccabili. Lo studio, il più grande fino ad oggi ad aver messo la quantità di caffeina e i disturbi cardiaci, è stato compiuto su un campione di 1.388 persone, è durato 12 mesi ed è stato pubblicato sulla rivista “Journal of American Heart Association”.
Fra i partecipanti, il 61 per cento consumava più di un alimento che contiene caffeina (caffè, tè, cioccolato) oltre una volta al giorno: non sono state riscontrate delle differenze nella frequenza dei problemi legati al battito. E nemmeno in chi sceglieva più di frequente questi prodotti i ricercatori hanno registrato segni allarmanti.
LO SBALLO
«È innegabile che alte concentrazioni di caffeina si fanno “sentire” sull’attività elettrica del cuore. Ma dobbiamo distinguere gli effetti su una popolazione vulnerabile, come i cardiopatici, e su una popolazione che, invece, non ha problemi specifici – spiega Massimo Volpe, ordinario di Cardiologia al policlinico universitario Sant’Andrea di Roma – Va riconsiderato il consumo di questa sostanza, è vero. Ma va anche spiegato ai giovanissimi che una pasticca da sballo può essere un concentrato di caffeina e portare dritti in sala di rianimazione. A vent’anni come a quaranta. Non è raro scoprire che nelle pasticche che si vendono nei rave ci sono dosi altissime capaci di far galoppare il cuore».
Lo studio americano non solo assolve le quattro tazzine al giorno ma apre nuove “letture” sugli effetti benefici della caffeina sul cuore. Realtà scientifiche ignorate da metà degli europei. Secondo un sondaggio condotto dall’Institute for scientific information on coffee su quattromila consumatori in dieci paesi europei. Un’eccezione sembrano essere gli italiani, sono più consapevoli di quanto faccia bene mandar giù un espresso.
LA SVEGLIA
Un dato: il 68 per cento degli europei dice di non sentirsi sveglio al mattino se non prende il caffè. Ma, dalle risposte, si capisce che la maggior parte dei consumatori non sa che c’è nella tazzina. «Le raccomandazioni contro il consumo regolare di prodotti a base di caffeina per evitare disturbi al ritmo cardiaco dovrebbero essere riesaminate – ricorda Gregory Marcus uno degli autori della ricerca – Potrebbero, invece, avere dei veri benefici cardiovascolari».
IL DECAFFEINATO
Il 42 per cento degli europei, per esempio, crede che il caffè faccia male al sistema cardiocircolatorio. In realtà, molti studi hanno evidenziato un’associazione tra l’espresso (massimo cinque tazzine al dì) e la diminuzione del rischio cardiaco. Un altro studio, condotto da un team di ricercatori Usa, ha dimostrato poche settimane fa che il caffè può ridurre il rischio di morte prematura. Lo studio è pubblicato on line su “Circulation”.
E i benefici non riguardano solo i “dipendenti” ma anche coloro che alternano le varie tipologie. Quelle tradizionali con caffeina e quelle decaffeinate. I vantaggi (sempre 3-5 tazzine al giorno): più basso rischio di disturbi cardiovascolari, neurologici e il diabete di tipo 2.