la Repubblica, 27 gennaio 2016
Serena e Federer giocano meglio di dieci anni fa
Serena e Federer hanno giocato altre due partite, due match che ho osservato non dalla tribuna di Melbourne, ma in tv, in un Club di tennis, aspettando il mio doppietto di pensionato. Pensandoci, ritengo che un Club di tennis sia il posto migliore, dopo la tribuna stampa, per avere qualche ideuzza riguardo ai match. Oggi, per esempio, il mio partner Antonio, ha osservato: «Giocano forse meglio di dieci anni fa, Serena a Federer. Secondo te, si è alzata l’età alla quale sia può arrivare, mantenendo il miglior standard? Sarà effetto delle cure che circondano i tennisti, degli allenatori atletici, massaggiatori, e delle diete, magari maniacali, come quella del glutine di Djokovic?». Ho allora fatto quattro passi, e estratto da uno scaffale della segreteria ‘500 anni di Tennis’, per consultare quel che avevo scritto e dimenticato. Ho rivisto Laver, nato nel ’38, battere un Primi Dieci come l’americano Tom Gorman vincendo gli ultimi due set 12 games a 4, nell’anno della rinascita professionistica della Davis, il ‘73, quando Rod aveva ormai 35 anni. «Guarda Tilden, quando non c’erano né gli allenatori né le diete» mi ha suggerito Aldo. Disciplinatamente sono andato al Capitolo del Grandissimo Big Bill, e ho trovato che non solo aveva vinto Wimbledon a 34 anni, nel 1930, ma a 38 aveva resistito a Vines, sottraendogli la metà dei match del Tour Professionistico. «E Serena? – ha commentato Antonio». La Sharapova, dopo la sconfitta, l’ha definita con un aggettivo bellico: «È esplosiva» ha ripetuto più volte. Compete con la Navratilova, che aveva vinto il suo ultimo US Open a 34 anni. Quando però le hanno chiesto il segreto della sua longevità, Serena ha risposto che se lo conoscesse sarebbe lieta di distribuirne la ricetta. Siamo passati alla conclusione, prima di abbandonare la tv per il campo. Serena ha quasi vinto il torneo, Federer potrebbe vincerlo se non sta in campo più di tre ore, a partire dalle semi. Con tanto di cappello ai trentacinquenni.