Libero, 27 gennaio 2016
Cari politici, ignorate i preti che s’impicciano e sbrigatevi a fare la legge sulle unioni civili per quelli come Facci. Non serve solo ai gay o a chi vuole adottare un bambino ma anche alle persone che vogliono tenersi compagnia o semplicemente dividersi le spese
Poi ci sono quelli come me (che non conto nulla, ma sono pur sempre un rilievo statistico) e cioè coloro che aspettano la legge sulle unioni civili semplicemente per fruirne: senza essere omosessuale (capita) e senza essere interessato ad adottare bambini. Io sono già stato sposato, ripetere l’esperienza non m’interessa: gradirei perciò un contratto più leggero e meno pomposo del «contratto unico» matrimoniale, tutto qui, mi basterebbe un elementare ombrello giuridico per assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro nel contratto d’affitto, reversibilità della pensione, queste cose. C’è in tutto il mondo. E c’è tutto un mondo, là fuori, di affetti e relazioni che non dobbiamo giudicare bensì regolamentare quando necessario: uomini, donne, conviventi, non conviventi, giovani o vecchi che vogliano tenersi compagnia, o anche solo dividere le spese, o solo assistere un partner malato, lasciargli un’eredità o la pensione, persino visitarlo in carcere od organizzargli i funerali. Roba che col matrimonio gay e con l’adozione dei figli non c’entra niente. Ma anche roba che, senza un’unione civile ben regolata, non si può ottenere: non c’è scrittura dal notaio che tenga, o istituto giuridico, partenariato registrato, politica della cittadinanza o altre balle. C’è il diritto matrimoniale che sbaraglia tutto; e ci sono – perché siamo in Italia – i preti che s’impicciano. Mio consiglio: ignorateli, grazie, e sbrigatevi a fare ’sta legge, grazie.