la Repubblica, 27 gennaio 2016
La figlia del marò Latorre fa coming out e viene ricoperta di insulti sul web
Mentre il Paese si divide sulle unioni civili di persone dello stesso sesso, una ragazza di 22 anni attira l’attenzione su di sé esponendosi alla gogna mediatica, con un coming out in una lettera pubblicata su Facebook.
Non è una ragazza qualsiasi. È la figlia di Massimiliano Latorre, uno dei due fucilieri sotto processo in India per l’incidente del 2012 a bordo della nave Enrica Lexie.
Un tam tam di notizie rimbalzato dalla Rete alle agenzie passando per dichiarazioni vaghe a radio e quotidiani nazionali. Alla fine Giulia Latorre ha preso una decisione ferma e l’ha resa pubblica: ha confermato la sua omosessualità e ha usato i social network per farlo: «Mi appello ai parlamentari che andranno a votare la legge, vengano riconosciuti i miei diritti – scrive su Facebook – Questo Stato che sembra debole da imporre il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani all’India è ora che si dimostri forte nel ribadire il concetto di laicità dello Stato, approvando subito e senza indugi il ddl Cirinnà».
E c’è voluto coraggio. Raggiunta telefonicamente, Giulia non è a suo agio. Spaesata e sorpresa dal clamore che le sue affermazioni hanno suscitato. Spiazzata da tanto rumore e cattiveria per una dichiarazione della quale non sentiva il peso né la vergogna.
Giulia Latorre, di Taranto, figlia 22enne di Massimiliano, domenica 17 gennaio era già scesa in piazza insieme a migliaia di persone in tutta Italia per manifestare il proprio consenso alle unioni civili, disegno di legge che verrà discusso in Parlamento tra qualche giorno. L’entusiasmo, l’empatia e la forza della folla, l’hanno spinta il giorno dopo a scrivere una lettera al gruppo Facebook OmofobiaStop: «Ho deciso di fare questo passo non per pubblicità, che è la cosa di cui ho meno bisogno, ma perché voglio dare forza a quelle persone che hanno paura di mostrarsi per timore delle polemiche, degli insulti e delle conseguenze di un coming out. Cosa avremmo di diverso noi omosessuali? Siamo tutti esseri umani, abbiamo sentimenti, abbiamo un cuore, abbiamo la voglia e il diritto di essere felici».
Una presa di posizione forte anche nei confronti delle adozioni per le coppie composte da persone dello stesso sesso: «Perché gay lesbiche non possono adottare un bambino? – si chiede ancora la Latorre – Vi dirò di più: ci sarebbe più amore nelle coppie gay che crescono un bambino, che in una coppia etero». E, infine, l’appello ai giovani costretti a nascondersi, specialmente in famiglia: «Ragazzi, non vergognatevi di essere ciò che siete, soprattutto se i vostri genitori non vi accettano. La vita è piena di ostacoli, ci mette alla prova, tocca a noi superarli e pian piano diventeremo più forti». Dal momento della pubblicazione, si è scatenato un tira e molla di conferme e smentite, ma soprattutto una valanga di insulti, che hanno bollato il suo coming out come una «perversione e un segno di disordine sessuale», parole pesantissime apparse sul profilo “No ai matrimoni gay in Italia” che hanno scatenato una serie di post beceri e omofobi contro la ragazza: «Ma io non smentisco nulla – conclude Giulia – Certo, non avrei mai creduto che dopo quella mia lettera ci sarebbe stato tutto questo clamore. Non vorrei parlarne molto, non voglio che questa notizia venga strumentalizzata, vista la situazione di mio padre».