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 2016  gennaio 27 Mercoledì calendario

Il virus Zika, tutta colpa di una zanzara nelle foreste dell’Africa centrale

Ancora una volta le foreste dell’Africa centrale. Zika è un virus assai meno potente e preoccupante di Ebola ma con questo condivide il continente e l’ambiente dove è stato scoperto. Successe nel 1947, l’isolamento venne fatto da un macaco della foresta ugandese di Zika, appunto. Ad arrivare in Sud America ci ha messo decenni, in Brasile ha provocato i primi casi nel maggio dell’anno scorso. E fino ad ottobre ha preoccupato poco, si sono registrate solo malattie piuttosto lievi e molti infettati non hanno avuto sintomi. Poi si è vista l’impennata delle microencefaliti nei neonati. Come i virus di Dengue e Chikungunya, si trasmette prevalentemente attraverso un vettore, la zanzara “aedes aegypti”. Se un malato viene morso, il virus passa all’insetto, che può attaccarlo a una persona sana. L’Oms spiega che Zika è stato isolato anche nello sperma ed è stato descritto, ma non ancora confermato, un contagio per via sessuale. Inoltre può essere trasmesso attraverso il sangue, ma si tratta di un meccanismo non frequente. In assenza di farmaci specifici e vaccini si affrontano i sintomi. Nei Paesi colpiti si punta tutto sulla prevenzione, cioè sull’utilizzo di repellenti e abiti che coprano il corpo il più possibile, e sulle disinfestazioni. L’”aedes aegypti” è parente stretta della “aedes albopictus”, la zanzara tigre presente in Italia. Per questo si ritiene che anche da noi potrebbero esserci dei casi secondari, come già avvenuto per la Chikungunya. Chi torna da un viaggio nelle zone a rischio deve recarsi in ospedale se entro 2 settimane dal rientro ha sintomi come febbre anche se non alta, dolori, eruzioni cutanee. Come misura preventiva le Asl devono disinfestare dalle zanzare l’area intono alla casa della persona malata.