la Repubblica, 27 gennaio 2016
In America Latina il virus Zika è diventato un problema serio. «Non fate bambini, per favore» chiede il governo del Salvador
«Non fate bambini, per favore. Se stavate progettando una gravidanza evitatelo, almeno per i prossimi due anni». L’angoscia per la nuova pandemia che si estende lungo l’America Latina ha convinto il governo del Salvador a consigliare alle donne di non restare incinte per i rischi del virus Zika. La certezza scientifica manca, ma ormai ci sono numerose prove di una relazione tra il virus trasmesso dalla zanzare e la microcefalia fetale, i bambini che nascono con un insufficiente sviluppo del cranio. In Brasile, finora il Paese più colpito, sono già stati registrati nel 2015 quasi 4mila casi di neonati affetti da microcefalia, rispetto a 147 dell’anno precedente. È la ragione per la quale già tre paesi, con il Salvador (che vuole uno stop fino al 2018) anche la Colombia e l’Ecuador, consigliano alle donne di non fare figli. «Non possiamo proibirlo – ha precisato ieri il ministro della Sanità del Salvador – ma raccomandiamo alle donne, soprattutto nelle zone a rischio, di scongiurare una gravidanza».
Più che una supplica è una ammissione di incapacità nel combattere la diffusione del virus che sta provocando molte polemiche. Intervistato dall’agenzia France Press, il segretario del sindacato dei maestri di San Salvador accusa: «È assurdo che invece di combattere l’infezione il governo lanci questi ridicoli proclami». In Salvador ci sono già 5.700 casi di persone infette dal virus Zika, 96 dei quali sono donne in gravidanza. Le autorità sanitarie degli Stati Uniti hanno emesso ieri delle nuove linee guida in base alle quali i medici dovranno eseguire il test che diagnostica il virus nei neonati se le madri hanno viaggiato in Sudamerica. E in Arkansas è stato rilevato il primo caso di una persona infetta. Ma il virus sta creando anche un’altra emergenza. Una sfida a leggi e dottrine perché nella maggior parte dei paesi latinoamericani l’aborto è vietato. In Salvador una donna che abortisce clandestinamente rischia una condanna a 30 anni di carcere. In Brasile l’interruzione della gravidanza è legale solo in caso di violenza sessuale o rischi per la vita della madre. Ieri, di fronte all’aumento dei neonati con malformazioni, un giudice brasiliano ha deciso di autorizzare gli aborti. Così il dibattito si allarga a tutto il subcontinente dove abortire è una libera scelta della donna soltanto a Cuba, in Uruguay, a Portorico e in Guyana.