27 gennaio 2016
Hassan Rouhani ha incontrato papa Francesco • Scandalo planetario per via dei nudi dei Musei capitolini coperti per non turbare il presidente iraniano • False fatture nel calcio per frodare il fisco • La guerriglia dei taxi contro Uber • Un fisico di Oxford ha calcolato quante persone devono essere coinvolte perché riesca una cospirazione
Rouhani Ieri il presidente iraniano Hassan Rouhani ha incontrato papa Francesco. Quaranta minuti di colloquio «cordiale», informa la Santa Sede, durante il quale «ci si è soffermati sulla conclusione e l’applicazione dell’Accordo sul nucleare» ma soprattutto sulla consapevolezza del «ruolo importante che l’Iran è chiamato a svolgere, insieme ad altri Paesi della Regione, per promuovere adeguate soluzioni politiche alle problematiche che affliggono il Medio Oriente, contrastando la diffusione del terrorismo e il traffico di armi». «La ringrazio tanto per questa visita, spero nella pace», si è congedato il Papa. E Rouhani: «Mi ha fatto molto piacere incontrarla, le auguro buon lavoro e le chiedo di pregare per me». Come ad ogni ospite, Francesco ha regalato a Rouhani una medaglia con San Martino che dona il suo mantello a un povero, «un segno di fratellanza gratuita» (Vecchi, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]
Nudi Scandalo planetario per via delle statue dei Musei capitolini coperte per non turbare Hassan Rouhani con i nudi. Tra le opere celate da scatoloni di compensato dipinti di bianco, la Venere Capitolina, copia romana dell’originale di Prassitele, la Leda con il cigno e il Dioniso degli Horti Lamiani. La scelta ha riempito di ironie, anche pesanti, i social network, con l’hashtag #Rouhani. Commenti sarcastici di Le Figaro, Bbc News, Newsweek. Mai, da più di due secoli e mezzo, qualcuno si era scandalizzato visitando i Capitolini. Ma le leggi morali che regolano l’Iran sciita dopo la rivoluzione del 1979 sono ferree: il nudo femminile è proibitissimo. E così il seguito di Rouhani ha patteggiato con la dirigenza dei Musei e con lo staff di Palazzo Chigi un parziale «oscuramento» di nudi per permettere al presidente iraniano di poter partecipare lunedì 25 gennaio sera, al fianco del presidente del Consiglio Matteo Renzi, all’incontro bilaterale Italia-Iran. Pippo Civati e Beatrice Brignone del gruppo di «Possibile» protestano duramente: «Non si abdica alla propria storia e alla propria cultura con espedienti così ridicoli. Oggi oltre che sulle statue è calato un velo pietoso anche sull’Italia». Per l’ex capogruppo capitolino di Sel, Gianluca Peciola, si tratta di «una vergogna e una mortificazione per l’arte e la cultura intese come concetti universali». Giorgia Meloni, presidente di «Fratelli d’Italia», pone a Renzi una domanda provocatoria: «A questo punto ci chiediamo che cosa avrà in mente Renzi per l’arrivo in Italia dell’emiro del Qatar previsto in settimana: coprire la Basilica di San Pietro con un enorme scatolone?» (Conti, Cds).
Calcio 1 La Procura di Napoli, quella che scoperchiò lo scandalo Calciopoli, apre un nuovo capitolo sul mondo del calcio. Stavolta la vittima individuata non è il risultato ma lo Stato, frodato ripetutamente in occasione della stipula di nuovi contratti tra giocatori e società. False fatturazioni ed evasione fiscale sono i reati individuati a carico di 64 persone tra dirigenti, procuratori calcistici, giocatori ed ex giocatori. Nell’elenco ci sono nomi che riempiono quotidianamente le cronache sportive: Adriano Galliani (amministratore delegato del Milan) e Aurelio De Laurentiis (presidente del Napoli), Claudio Lotito (Lazio) e Maurizio Zamparini (Palermo), Alessandro Moggi e Alejandro Mazzoni (procuratori), Ezequiel Lavezzi (da cui nel 2012 sono partite le indagini) e German Denis (entrambi ex del Napoli: il primo oggi al Paris Saint Germain, l’altro all’Atalanta), Diego Milito ed Hernan Crespo (ex centravanti di Inter e Parma). Contestualmente all’avviso di chiusura indagini notificato ieri dalla Procura agli interessati, il gip Luisa Toscano ha disposto il sequestro di beni agli indagati per circa 12 milioni di euro, quantificando in questa cifra l’ammontare complessivo del danno arrecato allo Stato con le evasioni fiscali e le false fatturazioni. Le cifre più alte vengono contestate a Crespo, circa 2 milioni, a Moggi, oltre un milione, e a Galliani, 240 mila euro (F.B., Cds).
Calcio 2 Le reazioni degli indagati sono tutte dello stesso tenore. Moggi: «Non ho mai eluso le norme del fisco e dello sport, ho sempre rispettato i miei obblighi di contribuente». Galliani: «Vicenda assolutamente marginale e non fondata». De Laurentiis: «Tutta fuffa». Lotito: «La Lazio è certa di poter dimostrare agli inquirenti la piena regolarità del suo operato» (ibidem)
Uber A Parigi nuova protesta dei tassisti contro Uber, il gigante californiano che ha infranto l’antico monopolio delle licenze. I tassisti francesi hanno ricevuto la solidarietà di colleghi venuti da Italia, Belgio e Spagna. Blocchi stradali in tutta la città, falò di pneumatici in mezzo al traffico, barricate con molotov all’ingresso dell’aeroporto di Orly, momenti di tensione: due feriti e una ventina di arresti. Nel giugno 2015 i falò in mezzo alla strada e le minacce alla concorrenza avevano come rivendicazione la messa fuorilegge di UberPop, il servizio che consentiva a chiunque di improvvisarsi autista a pagamento. UberPop è stato in effetti vietato, ma i tassisti hanno perso il 30% del mercato a Parigi e non si rassegnano, ora se la prendono con tutti i conducenti Uber. Il primo ministro Manuel Valls ha nominato un mediatore (Montefiori, Cds).
Cospirazione David Robert Grimes, fisico di Oxford, si è divertito a elaborare un’equazione sulla plausibilità dei complotti. Lo studioso si è chiesto quanto possono durare prima che qualcuno li scopra e ha esaminato le dinamiche di alcuni complotti realmente avvenuti. L’episodio più recente risale al 2013, quando Edward Snowden ha rivelato l’estesa attività di spionaggio della National security agency. Secondo l’agenzia americana le persone informate sarebbero state 30 mila, e la trama è andata avanti per 5-6 anni. Lo scandalo sui test forensi inaffidabili usati dall’Fbi, invece, è venuto alla luce nel 1998. Il personale potenzialmente coinvolto è stimato in 500 individui e il Bureau l’ha coperto per almeno sei anni. Su questi e altri dati Grimes ha costruito il modello per stimare la probabilità che una cospirazione venga smascherata da una fuga di notizie deliberata o accidentale. L’equazione cambia a seconda della trama, che può richiedere azioni continue o solo il silenzio, ma c’è una regola fondamentale: la durata di un complotto è inversamente proporzionale al numero dei congiurati. Ne risulta che la matematica bolla come inverosimili alcune delle fantomatiche cospirazioni che dilagano su Internet, tra cui: il riscaldamento globale è un imbroglio escogitato dagli ambientalisti; un genio incompreso ha scoperto la cura per il cancro ma è isolato dall’establishment; la conquista della Luna nel 1969 è stata una messa in scena della propaganda americana. Negli anni Sessanta la Nasa è arrivata a impiegare oltre 411 mila persone e se l’allunaggio fosse stato un bluff l’avremmo saputo in 3 anni e 8 mesi. Una frode sui cambiamenti climatici richiederebbe la complicità di 405 mila persone e durerebbe 3 anni e 9 mesi. Per nascondere una cura per il cancro basterebbe l’industria farmaceutica (714 mila addetti) e il gioco durerebbe 3 anni e 3 mesi. Tutte queste congiure, insomma, sarebbero state scoperte da un pezzo. In generale per mantenere il segreto 5 anni, il numero massimo di persone coinvolte è 2.521. Al decennio si arriva solo restando sotto le mille (Meldolesi, Cds).
(a cura di Roberta Mercuri)