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 2016  gennaio 27 Mercoledì calendario

Com’è facile fare il procuratore di calcio. La Fifa di Blatter ha rivoluzionato la professione: ora si chiamano mediatori, non devono più iscriversi all’albo né sostenere l’esame di Stato

Procuratori, agenti, mediatori. Le tre definizioni non si sommano, ma l’ultima esclude le prime due: questo è il risultato di un processo che ha cambiato, o meglio rivoluzionato, il mondo di chi si muove fra il club ed il calciatore.
Colpa di Blatter?
Il procuratore, ma anche l’agente, era un professionista che, per lavorare, doveva superare un esame, iscriversi all’Albo e rispettare il regolamento. Dal primo aprile scorso, la svolta. «Quello che sta accadendo ora – così Claudio Pasqualin, storico ex presidente della categoria – è frutto della pessima, e pilatesca, riforma voluta dalla Fifa di Blatter...». Blatter, dunque. E il suo governo, naufragato sotto il colpo della giustizia: quando era ancora saldamente alla guida del calcio mondiale, l’ex re indiscusso pensò che fosse finita l’epoca degli intermediari così come li avevamo visti, e chiamati, e che era arrivato il momento della liberalizzazione, della professione, delle opportunità. 
Poche regole
Dal primo aprile scorso qualcosa è cambiato. I mediatori hanno trovato spazio e legittimazione, l’Albo è sparito, le scritture private regolano il rapporto fra il calciatore e chi deve tutelarne immagine e prospettive. Ma, al primo aprile di un anno fa, si è arrivati non senza segnali di insofferenza per regole giudicate ormai fuori mercato. «I giocatori, giovani, giovanissimi, o meno, da tempo, ti chiedono di garantirgli un compenso al netto di ogni cosa. “Dammi un milione...”, al resto pensaci tu...», raccontano, oggi, i nuovi mediatori. Dammi i soldi, al netto: punto e basta. Nel mezzo, un mondo in trasformazione. Il mediatore e il suo assistito definiscono tutto, la percentuale che deve finire nelle tasche dell’agente al momento del trasferimento o quella sull’ingaggio. E, spesso, capita che lo stesso mediatore definisca l’intesa con la società sulla somma che il club gli deve quando il suo assistito si trasferisce altrove. Conflitto di interessi? Può darsi, anzi lo è stato per la Federcalcio in moltissimi casi del recente passato, diciamo dal 2012 ad oggi: rileggendo le numerose sentenze di condanna (squalifiche, anche di dieci mesi in primo grado, poi ridotti a due, per Lotito per l’acquisto di Zarate e Cruz), le commissioni giudicanti della Figc hanno dichiarato guerra ad un fenomeno che vede procuratori impegnati a difendere gli interessi, legittimi, dei ragazzi e, allo stesso tempo, calarsi nel ruolo di consulenti del club.
Linee guida
Chi deve pagare l’agente? L’inchiesta della procura della Repubblica di Napoli ha riacceso i riflettori su un tema che nasconde molte zone d’ombra, potenzialmente illegali. Il calcio si interroga e lo farà anche questo pomeriggio durante il consiglio federale della Federcalcio. Fuori, intanto, la liberalizzazione sta presentando il suo conto: affacciarsi a quella che, nel bene o nel male, prima era una professione, è diventato fin troppo semplice. Procuratori, agenti, adesso mediatori: la Fifa ha dato le linee guida, ogni federazione deve adeguarsi.