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 2016  gennaio 26 Martedì calendario

Ritratto di Eder, l’attaccante che Mancini vuole a tutti i costi

Roberto Mancini vuole un attaccante che sappia segnare in tutti i modi, che abbia la cattiveria agonistica che finora il suo reparto offensivo non ha mostrato, che abbia una regolare dimestichezza con il gol. Un giocatore che sappia convivere con Mauro Icardi ma che allo stesso tempo abbia il numero 9 nel sangue. Bene, Mancini con Eder è andato a sfogliarsi l’albero genealogico del brasiliano naturalizzato italiano. Il bisnonno Battista Righetto, infatti, è originario di Nove in provincia di Treviso. Non dimenticarsi delle proprie origini è importante. Per mantenere l’umiltà e per non scordare come si fa. In questo caso, il gol. L’Inter confida che quel Nove (9) scorra anche dalle parti di Milano.
Ufficialmente Eder compie il suo primo decennale in Italia. Era il 2006 infatti quando l’Empoli lo annunciò: 550 mila euro al Criciuma, 200 alla firma (ai primi di novembre del 2005) e 350 mila a fine gennaio. E pensare che la Fiorentina – dell’allora d.s. Pantaleo Corvino – lo perse per 50 mila euro. Dettagli, se paragonate le cifre a quelle di adesso. A Empoli inizia benino segnando anche prima della riapertura del mercato invernale. Un gol alla Rondinella in amichevole, tanto per far intendere a tutti cos’era venuto a fare. Però si ferma lì con i toscani, che lo cedono per sei mesi al Frosinone in B: 19 presenze, 6 gol. I ciociari ottengono il prestito più lungo l’anno successivo. Visione lungimirante visto che segna 14 gol in 33 match sempre di B. Visto che l’Empoli nel frattempo è tornato proprio in seconda serie, l’acquisto migliore se lo ritrovano in casa. I 27 gol in 40 partite sembrano aprirgli scenari devastanti. Invece incespica sulla strada del successo. Tra Brescia e Cesena non arriva alla doppia cifra, ma la Sampdoria nel gennaio del 2012 punta decisa su di lui per tornare in A. Scelta azzeccata da lui e dalla società blucerchiata. Intanto il passaporto italiano (ottenuto nel 2010) lo sistema nella casella dei convocabili per la Nazionale. Buon per Antonio Conte che il 28 marzo del 2015 lo chiama per la prima volta. Eder gioca e ringrazia segnando. Finisce 2-2, ma sarà comunque un punto utile per andare all’Europeo francese di quest’anno.
Il suo nome completo è Eder Citadin Martins, con l’accento sulla prima, e a Bogliasco ultimamente ha iniziato al gol anche il primogenito Eduardo che con il destro a quanto pare ci sa fare. Eder, come Eder Aleixo de Assis, ala sinistra brasiliana di cui era innamorato calcisticamente il padre dell’Eder attuale. La famiglia è originaria di Lauro Muller, una cittadina situata nel sud del Brasile. Nonostante l’evidente assonanza con la Germania, Lauro Muller fu colonizzata alla fine del 1800 dagli italiani che aiutarono la zona a svilupparsi economicamente grazie ai giacimenti di carbone. Il nome della cittadina venne scelto in un secondo momento in onore del dottor Lauro Muller Severiano, ingegnere e diplomatico, che fu presidente della regione di Santa Catarina. Germania, Italia, Brasile: nell’obiettivo di mercato di Mancini ci sono geni mica male.