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 2016  gennaio 26 Martedì calendario

Nella Silicon Valley ci si dopa con l’Lsd

Benvenuti nell’era del “micro-dosing”. Nella Silicon Valley, tra imprenditori, programmatori e creativi vari è scoppiata infatti una nuova moda, ossia quella di assumere abitualmente quantità molto piccole di LSD – micro-dosi, appunto -, troppo lievi per farsi un “viaggio”, ma sufficienti per stimolare creatività, energia e dinamismo in chi se le piglia. Una pratica avvallata pure da alcuni ricercatori (ai margini della comunità scientifica, a dire il vero), che hanno deciso di studiare in modo sistematico gli effetti positivi di questa sostanza. Ad esempio la MAPS (Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies), organizzazione no-profit fondata e diretta da Rick Doblin, che mira a promuovere lo studio di marijuana e sostanze psichedeliche a scopo psicoterapeutico. Oppure James Fadiman, psicologo Usa e attuale guru di questa nuova era del micro-dosing, da lui stesso lanciata nel 2011. Noto esperto di sostanze psichedeliche, Fadiman ha anche pubblicato un libro, “The Psychedelic Explorer’s Guide”, andato ovviamente a ruba nella “valle del silicio”.
La storia dell’LSD è piuttosto nota. A sintetizzare la sostanza (nome in codice: dietilammide-25 dell’acido lisergico) fu il chimico svizzero Albert Hofmann, che nel 1943 ne scoprì le proprietà allucinogene in modo del tutto casuale, versandosene per sbaglio alcune gocce sulla mano. Lo studioso iniziò allora una lunga serie di auto-sperimentazioni (che più di tanto male non devono avergli fatto, essendo Hofmann morto nel 2008 a 102 anni, e avendo continuato a fare conferenze fino ai 100).
L’utilizzo dell’LSD divenne poi di moda tra artisti, intellettuali e scrittori (uno per tutti, Aldous Huxley), desiderosi di sperimentare le visioni e le fortissime alterazioni percettive che quel composto è in grado di indurre. Bandito alla metà degli anni Sessanta, l’LSD è scivolato nel mondo dell’illegalità e dei rave party, e là è rimasto, fino alla sua riscoperta da parte della Silicon Valley.
Situata in California, la “valle del silicio” consiste nella parte sud dell’area metropolitana della Baia di San Francisco, forse la zona con la più alta concentrazione al mondo di aziende informatiche, di innovazione tecnologica e di creatività ingegneristica e scientifica. La competitività sfrenata si concretizza anche nella continua ricerca di “life hacks”, cioè di tecniche, metodi di lavoro e “trucchetti” che consentano di aumentare efficienza, creatività e produttività individuali. Niente di cui stupirsi, dunque, se gli abitanti della Silicon Valley siano sempre all’avanguardia nello sperimentare su se stessi questa o quella sostanza (anche rischiosa) allo scopo di ottenere un qualche vantaggio sulla concorrenza – molto diffuso è ad esempio l’uso dell’Adderall, un farmaco anfetaminico usato per aumentare la concentrazione, o del Modafinil, sostanza che promuove veglia e lucidità.
Ma qual è il protocollo di assunzione promosso da Fadiman? Eccolo: tra i 6 e i 25 microgrammi di LSD (in altre parole, circa un decimo della dose tipica necessaria per “sballare”), da assumere al mattino il giorno 1; il giorno 2 se ne dovrebbero percepire ancora gli effetti stimolanti, che il giorno 3 dovrebbero sparire; il giorno 4 si assume un’altra dose, e così via. Inutile ripetere che l’LSD è una sostanza illegale e pericolosa, e che non ne consigliamo in alcun modo l’assunzione. Dunque, secondo i suoi fautori gli effetti del micro-dosing dovrebbero essere i seguenti: maggiore energia («come prendersi un caffè psichedelico», dice chi ne fa uso) e resistenza alla fatica; senso di rilassamento; maggiore concentrazione; miglioramento del tono dell’umore; maggior pazienza; superiore attenzione ai dettagli; sottili e tuttavia percepibili alterazioni della vita interiore e del flusso dei pensieri, con conseguenti “insight” – ossia intuizioni improvvise e originali. Negli anni Sessanta, quando l’LSD era legale e veniva studiato nei laboratori, Fadiman condusse ricerche pionieristiche allo scopo di valutare se questa sostanza potesse influenzare creatività e problem solving. Nel 1966 (nelle strutture della californiana International Foundation for Advanced Study, a Menlo Park, organizzazione privata dedita allo studio della psichedelia) Fadiman e colleghi sperimentarono, pare con un certo successo, gli effetti potenzianti di un allucinogeno simile all’LSD, la mescalina, su un nutrito gruppo di ingegneri, architetti, matematici, fisici e manager. Ricerche cadute poi nel dimenticatoio, fino a questa nuova, eccentrica moda della Silicon Valley.