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 2016  gennaio 26 Martedì calendario

Piccolo Teatro batte San Siro 1 a 0. Allo Strehler ci sono più abbonati che allo stadio

Piccolo Teatro batte San Siro 1 a 0. Gli abbonati all’istituzione milanese fondata da Giorgio Strehler e Paolo Grassi sono, a ieri, 25.098. Hanno dunque superato in questa stagione quelli di Milan e di Inter (25 mila per ciascuno secondo i dati ufficiali forniti dai club; la Juventus veleggia sui 28 mila). È un record assoluto.
 
E visto che la campagna non è ancora conclusa si spera di fare perfino meglio. Per di più, il 35 per cento ha meno di 26 anni, con un aumento di quasi il 10 per cento rispetto agli anni passati. Ma al Piccolo già nutrivano molte speranze sui ventenni: dato che, su 300 mila persone che hanno assistito nella stagione 2014-2015 almeno a uno spettacolo nelle sedi di via Rovello e di largo Paolo Grassi, il 46 per cento è costituito proprio da quella fascia d’età.
 
E allora è il caso di riesaminare qualche pregiudizio sull’identikit classico dell’occupante di poltrona rossa: altro che professoressa democratica sui 60, c’è il caso che l’abbonato arrivi in skateboard.
«Rinchiudere i ventenni nella categoria dei disoccupati o peggio ancora dei fannulloni è un errore di prospettiva – commenta il direttore Sergio Escobar -. I ragazzi hanno fame di conoscenza, sono curiosi di sapere dove va il mondo esattamente come gli adulti. Più soddisfiamo questa loro voglia di sapere e più si fidano».
C’è uno spettacolo che le ha fatto capire come le cose stessero cambiando? «Proprio quando abbiamo aperto il teatro a 28 lingue diverse, con una scelta che poteva sembrare rischiosa, ci siamo accorti che i giovani arrivavano in massa. Uno spettacolo in greco come l’Odissea di Robert Wilson ha tenuto per due mesi. La Lehman Trilogy di Massini-Ronconi, non certo un testo facile, ha entusiasmato il pubblico. L’Italia sta cambiando, sta cambiando l’Europa. Cultura non è più una parolaccia. E anche il teatro, che è uno strumento più debole e più defilato rispetto ad altri, ritrova un ruolo fondamentale».
Di sicuro le regìe di Lev Dodin e Damiano Michieletto costano molto meno allo spettatore delle prodezze di Icardi e di Balotelli. Un abbonamento al Piccolo viene da 400 (per 16 spettacoli) a 66 euro (per quattro). Quello per l’Inter del girone di ritorno da 99 a 1.300; e un abbonamento per tutta la stagione del Milan da 208 a 4.600. Aggiungete la crisi oggettiva del calcio da stadio e il fatto che sia molto più comodo e sicuro guardarselo sulla pay tv.
Ma resta il piccolo miracolo di una riscossa generazionale: «Chi ha responsabilità politiche e amministrative – conclude Escobar – ne tenga conto».