la Repubblica, 26 gennaio 2016
L’uomo col fucile che ha seminato il panico a Termini. Ma era solo un giocattolo, «un regalo per mio figlio»
«C’è un uomo con un mitra che gli spunta dalla manica della giacca. È appena sceso dalla metropolitana, alla fermata della stazione Termini». L’allarme di una passeggera della metro di Roma è arrivato alla sala operativa della questura alle 19.42. La donna, allarmata, dà la descrizione fisica dell’uomo: altezza media, cappellino bianco in testa, giubbotto azzurro, scarpe nere a punta, uno zaino blu in spalla e quel mitra che spunta dalla manica.
Scatta immediatamente la caccia all’uomo: priorità assoluta per questo intervento. Prove tecniche di misure antiterrorismo. Quattordici volanti vengono dirottate allo scalo ferroviario romano. Precisi gli ordini dalla centrale: la volante 06 al binario 1, la San Giovanni dal 20 al 17 e via via che le auto della polizia arrivano ognuno ha un posto preciso dove cercare. Chi nei negozi, chi accanto alle biglietterie, chi sulle banchine tra la folla. Alle 19 e 48 lo scalo ferroviario romano è blindato: la stazione è “cintata”, questo in gergo il termine per indicare che da lì, ormai, nessuno che corrisponda alla descrizione dell’uomo col mitra può allontanarsi senza essere visto.
I convogli in partenza si bloccano, i passeggeri cominciano a respirare un’aria strana: poliziotti che corrono ovunque, armi in mano, uomini in divisa che perlustrano sotto i treni, nei bagni, nelle sale d’attesa. Dell’uomo col mitra neanche l’ombra. Pochi minuti dopo le 20, una pattuglia avvista uno straniero con un cappellino beige e una giacca celeste fuori da un negozio di alimentari nel sotterraneo della stazione. L’ordine di «braccarlo all’istante» è perentorio. Nulla di fatto: non è l’uomo giusto, non ha né lo zainetto né il fucile. Una manciata di secondi e dalla sala monitor della Polfer arrivano i fotogrammi del vero ricercato.
Sessantasei minuti dopo, un carabiniere lo rintraccia su un treno diretto ad Anagni. L’uomo, ignaro del panico che ha seminato, è seduto su un sedile col suo fucile sulle gambe. Il bigliettaio nota l’arma e fa cenno con gli occhi al militare in divisa libero dal servizio seduto poco più in là. Il carabiniere si avvicina e si fa consegnare il mitra: ha il tappo rosso ed è un giocattolo. «L’ho comprato per mio figlio, per Carnevale», confessa l’uomo. Tira fuori dalla tasca lo scontrino per provare che ha comprato quell’arma due ore prima. Il militare, arrivato alla sua fermata, scende dal treno, che prosegue la corsa. Ma appena sente i tg che danno la notizia del ricercato riconosce l’uomo che ha appena incontrato nei fotogrammi di Termini e avvisa la centrale, tranquillizzando i colleghi: spiega che l’arma era appunto un giocattolo, cessato allarme.
Quel che si sa dell’uomo col mitra, di cui non si conosce l’identità, è che è un italiano e che il suo biglietto era Roma Termini – Anagni, e che una volta sceso ha preso un pullman diretto a Fiuggi. «Il meccanismo ha reagito in maniera immediata – dichiara il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico – Per fortuna era un falso allarme, ma noi abbiamo la possibilità di analizzare adesso tutti i passaggi. Non dobbiamo chiuderci in casa o restare vittime della paura perché questo è l’obiettivo del terrorismo».