la Repubblica, 25 gennaio 2016
La sfida di Lara, che cerca online un donatore compatibile per sconfiggere la leucemia
Quando diciamo che ciascuno di noi è unico e speciale, diciamo una verità che è scritta nel nostro patrimonio genetico, prima ancora che subentrino l’educazione, la storia personale, tutte le vicende che contribuiscono a formare quella diversità individuale che rende vario e interessante il mondo. Nel momento in cui siamo concepiti, ciascuno di noi riceve una copia del patrimonio genetico di ognuno dei suoi genitori; i nostri genitori hanno ricevuto a loro volta i geni dei nostri 4 nonni, 8 bisnonni, 16 trisnonni. È facile capire quanto possa essere notevole la differenza tra 2 individui fin dalla loro origine, perché ciascuno è una combinazione inedita. Anche 2 fratelli hanno in comune solo la metà, in media, dei geni dei loro genitori. Quando poi la prima cellula che darà origine a un organismo inizia a riprodursi –e seguirà un numero enorme di riproduzioni cellulari prima di giungere ad un organismo adulto- possono subentrare piccoli cambiamenti, mutazioni del patrimonio genetico, che renderanno ciascuno ancor più unico e particolare, dal punto di vista della sua biologia. Solo i gemelli identici sono davvero uguali, ma anche loro non sono proprio del tutto uguali, già alla nascita. Darwin fu il primo a parlare di “vigore degli ibridi”: gli incroci tra linee di discendenza assai diverse -nel caso umano tra genitori di etnie lontane tra lorodanno una progenie di speciale robustezza. Chi conosce i figli di genitori di continenti diversi può rendersi conto con i suoi occhi di come questo ‘aumento di diversità’ nei figli si manifesti spesso con caratteristiche particolarmente apprezzabili, in termini di salute, bellezza, qualità intellettuali o umane. In un caso come quello di Lara, però, sono proprio le differenze che ci rendono unici a giocare contro di noi, quando si tratta di trovare una terapia, perché può diventare assai difficile trovare chi sia abbastanza simile a noi da donarci una parte di noi stessi così geneticamente determinata come il midollo osseo. Lara è figlia di genitori di origini diverse e lontane: la madre è cino-thailandese, il padre italiano. Suo fratello non è compatibile dal punto di vista immunologico. Se avesse altri fratelli e sorelle, le probabilità che uno di loro fosse un donatore possibile aumenterebbero, ma non è questo il caso. È commovente la grande ondata di solidarietà che sta spingendo migliaia di persone, soprattutto in Gran Bretagna, a registrarsi come donatori di midollo, ma non ci si può nascondere che Lara avrà bisogno di un bel colpo di fortuna per trovare il donatore adatto. Sarebbe più semplice, se le banche dati dei servizi sanitari nazionali disponessero del profilo immunologico dei loro assistiti, ma questo è di là da venire. A fronte del progresso nelle tecniche medico-chirugiche, che rendono possibili interventi delicati quali il trapianto di midollo, abbiamo ancora molta strada da percorrere nel campo della medicina sociale.