La Stampa, 25 gennaio 2016
La prima donna a leggere il giuramento degli atleti ricorda quel 26 gennaio 1956 a Cortina
Cortina ha battezzato il futuro. Forse non ne era consapevole il 26 gennaio del 1956, quando ha inaugurato la prime Olimpiade italiana, ma oltre a lucidare l’orgoglio nostrano ha fatto esordire la parità dei diritti nello sport, la diretta tv, il marketing e pure lo strapotere invernale dell’Unione Sovietica, ereditato poi dalla Russia. Un’edizione d’avanguardia.
Sessantanni dopo il lascito è pesante perché quegli 11 giorni hanno mostrato quanta strada aveva fatto il nostro Paese dopo la Guerra e cambiato i cinque cerchi.
Casca il tedoforo
Già nella cerimonia un piccolo choc culturale. Sale sul palco Giuliana Minuzzo, prima italiana capace di vincere una medaglia invernale nel 1952. Quattro anni dopo si è sposata, è diventata mamma e si prende un altro record: è la prima atleta donna a declamare il giuramento degli atleti nella cerimonia d’apertura e il momento solenne va in diretta tv.
Ora ci siamo abituati, però quella è la prima volta in cui si può seguire tutto dal vivo grazie alla Rai e la telecamera dell’epoca sta ancora al Museo Olimpico di Losanna per ricordare la svolta. La novità fa cascare l’ultimo tedoforo: il pattinatore Guido Caroli inciampa su un cavo, cade, però protegge il fuoco olimpico. La fiaccola resta accesa e con lei pure la televisione. Se una telecamera avesse spento il braciere i signori del Cio avrebbero di certo archiviato l’innovazione e ci sarebbe voluto del tempo per sdoganarla.
Pubblicità occulta
A Cortina debuttano gli sponsor. Non si chiamano così e non sono certo previsti solo che i 600 milioni di lire, stanziati nel 1950 dal governo, non bastano a coprire le spese e una cordata di industrie si fa avanti. È l’Italia del boom e vuole farsi notare. In cambio del loro contributo, Fiat, Olivetti, Alfa Romeo e Agip esibiscono i marchi. Niente pubblicità, la cartellonistica non ha spazio nei Giochi che hanno squalificato l’asso dello sci azzurro Zeno Colò per professionismo (aveva abbinato la sua faccia a degli scarponi), ma basta ingegnarsi per sfruttare la generosa offerta. Olivetti fornisce il materiale per la sala stampa, «applaudito dal mondo intero» come recita il resoconto di allora, la Fiat si occupa dei trasporti e a ogni servizio navetta sventola il nome. Origini, neanche tanto stentate, di una pubblicità che oggi è regolata al centimetro.
Nuove tecniche
È l’inizio del predominio targato Urss che nel 1956 partecipa ai Giochi invernali per la prima volta e centra il successo nel medagliere: 16 podi, 7 ori. Alle ultime Olimpiadi, a Sochi, nel 2014, la Russia è stata la migliore con 33 medaglie e 13 trionfi. È cambiato il nome del Paese, i confini e l’economia, però è in quell’inverno che i sovietici hanno imparato a stupire.
Persino la tecnica vive giorni decisivi. Il salto con gli sci scopre l’aerodinamica. Prima si lanciavano dal trampolino con le braccia in avanti poi arriva la Finlandia di Hyvarinen e Kallakorpi, considerati pazzi scatenati perché tengono le braccia lungo il corpo. Oro e argento, tanto per gradire e per stravolgere la disciplina.
Quel trampolino è ancora lì, si è illuminato per il Natale e ora aspetta la festa dell’anniversario. Per celebrare i Giochi che hanno anticipato la storia.