La Stampa, 25 gennaio 2016
La lunga corsa alla Casa Bianca parte il 1° febbraio dall’Iowa. Ecco cosa c’è da sapere
Il calcio di inizio è previsto lunedì 1 febbraio, con il primo appuntamento delle primarie di partito in Iowa, quando i candidati democratici e repubblicani si sottoporranno alla prova dei Caucus dello Stato del Midwest. Inizia così il lungo cammino verso l’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti, che proseguirà con la tappa del New Hampshire, il 9 febbraio, e a date alterne per i due partiti, con i Caucus del Nevada e le primarie del South Carolina, tra il 20 e il 27 febbraio. Per poi giungere al Super Tuesday, quando a esprimersi saranno contemporaneamente 15 Stati americani.
Il primo traguardo
È lì che si potranno avere indicazioni più chiare sui trend interni alle due sponde del Potomac, anche se la storia insegna che già le prime due tappe in Iowa e New Hampshire potrebbero decretare verdetti, sia in termini di fughe verso la vetta, sia di possibili eliminazioni. Il carrozzone elettorale taglia il suo primo traguardo il 14 giugno con l’ultima primaria, nel District of Columbia, la capitale. E riprende la seconda metà di luglio con le Convention di partito, quella del Grand Old Party a Cleveland, Ohio, dal 18 al 21 luglio, e quella democratica a Filadelfia, Pennsylvania, tra il 25 e il 28 luglio. Da lì usciranno i «ticket» (candidati presidente e vice), che si confronteranno martedì 8 novembre, per le elezioni vere e proprie, le 58esime della storia Usa, da cui uscirà il nome del 45esimo inquilino della Casa Bianca.
Gli ultimi sondaggi
In Iowa, intanto, il principale giornale locale, il «Des Moines Register», concede l’«endorsement» a Hillary Clinton e Marco Rubio. In realtà i sondaggi si schierano da ben altra parte, con Bernie Sanders in vantaggio marginale tra i «Dem» sull’ex First Lady in Iowa, e di 19 punti in New Hampshire (ultimo sondaggio Cbs). Su scala nazionale, Zogby paventa un ritorno in corsa dell’outsider Martin O’Malley, che dal 3% supera il 10%, Hillary sempre in testa e il senatore socialista leggermente ridimensionato.
Nel Gop Trump è in fuga, «potrei sparare a una persona e non perdere voti», dice spavaldo il miliardario. La leadership di Partito è però determinata ad affossarlo, e spianare la strada a Ted Cruz, mentre sullo sfondo si profila la candidatura di Michael Bloomberg come indipendente, un colpo di scena che potrebbe cambiare gli equilibri in atto.