la Repubblica, 25 gennaio 2016
La caccia all’Audi gialla, tutti la vedono ma nessuno la trova
La caccia all’Audi gialla con tre predoni a bordo si è spostata dalle strade ai social network [leggi anche Il Fatto del giorno]. Su Facebook sono nati almeno tre gruppi che mettono insieme oltre diecimila utenti pronti a scambiarsi informazioni e segnalazioni. Se ne sono susseguite numerose anche ieri, tra Conegliano e Sacile, mentre sabato l’auto era stata avvistata tra Treviso e Vicenza, dove si ritiene che i tre banditi tra i venti e i trent’anni e – secondo fonti investigative – originari dell’Europa dell’Est, possano avere la base operativa: sono ritenuti responsabili di furti e tentati furti, tra Abano Terme e San Donà di Piave. Tuttavia le segnalazioni delle ultime 48 ore non hanno trovato conferme da parte delle forze dell’ordine e della polizia stradale del Veneto che ha tenuto gli occhi puntati sulle telecamere di sorveglianza della rete stradale del Nordest, pronta ad alzare in volo gli elicotteri come era successo sabato. L’Audi Rs4 station wagon rubata il 26 dicembre a Milano Malpensa sembra svanita nel nulla dopo una settimana di scorribande a Nordest. Carabinieri e polizia continuano a monitorare le strade di accesso ai caselli autostradali e le aree di servizio anche con l’impiego di uomini in borghese.
«Si tratta di tre sprovveduti, prima o poi si fermeranno», dice un investigatore nel tentativo di abbassare la temperatura di una vicenda che sta assumendo i contorni di una psicosi. Sprovveduti, freddi e pericolosi. Nei giorni scorsi i tre banditi in fuga non si sono fermati nemmeno di fronte ai colpi esplosi in aria dagli agenti in due occasioni, nel Padovano e a Trieste. L’ultima entrata in scena dell’Audi capace di sfiorare i 300 chilometri all’ora, risale a venerdì sul Passante di Mestre (A4) in direzione Milano quando i tre hanno percorso cinque chilometri contromano a 150 chilometri all’ora. Incrociando l’Opel di una donna che 90 secondi dopo si è schiantata contro un furgone ed è morta.