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 2016  gennaio 25 Lunedì calendario

L’Audi gialla che sta facendo impazzire il Nord Est è di nuovo sparita, ieri verso l’una dopo pranzo

L’Audi gialla che sta facendo impazzire il Nord Est è di nuovo sparita, ieri verso l’una dopo pranzo. Si spera che debba fare rifornimento. I distributori di benzina della zona sono tutti presidiati.

Le dico io come faranno. Andranno a fare benzina con un’altra macchina e poi trasferiranno il carburante da un serbatoio all’altro.
Può darsi.  

Intanto potrebbero averli presi. Dal momento in cui lei scrive questo pezzo al momento in cui i lettori avranno in mano il giornale, potrebbero averli presi. Faremo un sacco di discorsi inutili, domattina alle 10 il cosiddetto fatto del giorno potrebbe essere già finito.
Speriamo. Ma i discorsi non saranno stati inutile in nessun caso. Almeno tre fatti risultano chiari, che li abbiano presi oppure no stanotte. Primo fatto, confermato oltre tutto dalle statistiche: un’auto rubata non sarà recuperata 95 volte su cento. Di solito è molto difficile recuperarla perché la malavita la spedisce subito in Romania e da qui prende la strada dei paesi orientali, se è un’auto di lusso. Se non è un’auto di lusso viene smontata entro le ventiquattr’ore e i pezzi alimentano il fiorente mercato dei ricambi. Ma nel caso dell’auto gialla non è successo niente di tutto questo. La macchina è stata rubata a Natale ed è riapparsa il 16 gennaio. C’erano venti giorni per recuperarla, e si trattava di un’auto assai vistosa, di color giallo. È doloroso, ma necessario, criticare polizia e carabinieri. Secondo fatto: l’auto gialla corre da una settimana per le strade del Nord Est, tra Padova e Treviso, e polizia e carabinieri, nonostante i posti di blocco e gli elicotteri che si sono alzati in volo, non riescono a fermarla. Va a trecento all’ora - dicono - mentre noi non abbiamo macchine così potenti. Questo può giustificare un buco, forse due. Ma i tre ladri che si trovano a bordo sono sempre sgusciati via, in un modo o nell’altro. E una volta provocando la morte di una signora. Anche qui siamo dolorosamente costretti a prender atto di una sconfitta da parte di polizia e carabinieri. Terzo fatto: due dei tre ladri a un certo punto sono usciti dalla macchina. S’è visto che hanno capelli rasati alla moda, più corti sui lati. Orecchini, orologi ai polsi, tutto molto vistoso. Età fra i 20 e 30 anni. Tutto questo ha permesso alle forze dell’ordine una quasi identificazione, forse addirittura con l’attribuzione di un nome e cognome. Si tratta probabilmente di albanesi o forse di kosovari. In ogni caso di slavi. È la conferma che tra le bande criminali di stanza nel nostro Paese le più pericolose sono proprio quelle che provengono dall’Europa dell’Est. Tra l’altro, proprio nel settore dei furti d’auto e di abiti usati (altro mercato molto fiorente), queste organizzazioni si sono saldate con le nostre, mafia e camorra.  

Vogliamo ricostruire i fatti?
Il 26 dicembre un cittadino russo residente a Lugano, di cui non faremo il nome, lascia parcheggiata a Milano Malpensa la sua Audi Rs4 gialla con motore Lamborghini da 400 cavalli e targa ovviamente ticinese. Il russo denuncia regolarmente il furto (per poche ore s’era sospettato che uno dei tre pirati fosse lui) e della macchina non si sa più niente. L’Audi viene segnalata il 16 gennaio ad Abano Terme: i tre stanno rubando in un condominio e  qualuno chiama i carabinieri. I carabinieri arrivano e sparano tre colpi in aria. I ladri, in groppa ai loro 400 cavalli, si dileguano. Telecamere, segnalazioni e avvistamenti vari segnano la mappa degli spostamenti successivi: Stino di Livenza, poi Redipuglia direzione Trieste, quindi Prosecco. Qui la polizia di Trieste li intercetta, c’è una sparatoria e sembra fatta dato che il posto di blocco è insormontabile. Ma il tizio al volante ingrana la marcia indietro, si infila in uno spazio trascurato alle sue spalle e filando, secondo gli agenti, a 150 all’ora (a marcia indietro) la fa franca un’altra volta. Percorre poco più di un chilometro, poi con un testa-coda torna indietro e va a fare il pieno a San Donà di Piave. Qui due dei tre ladri scendono a sgranchirsi le gambe e le telecamere li riprendono. Quindi autostrada fino al casello di Noventa. Sono le dieci di sera e i tre filano a 260 all’ora. Tappe successive: Montebello Vicentino, Cittadella, poi la macchina prende la direzione di Castelfrano Veneto. All’1 di notte è sull’A4 direzione Venezia. Sul Passante l’Audi trova un ingorgo. È un guaio serio, per i ladri, perché a bordo di una macchina come quella saranno presto identificati e presi. Allora l’uomo al volante manovra per portarsi sulla corsia d’emergenza col muso della macchina contromano, parte di nuovo a 150 all’ora ed esce dalla trappola dell’autostrada abbattendo la sbarra del casello di Spinea. Ma un furgone li incrocia, frena di colpo e l’Opel Astra che gli sta dietro gli va addosso quasi senza frenare. La signora al volante, Elena Alexandra Belova, russa, 58 anni, muore. L’ambulanza venuta a soccorrerla porta in ospedale una giovane cinese incinta e che s’è sentita male per tutto quelo trambusto. L’auto gialla comunque scompare di nuovo. Da venerdì scorso non se ne sa più niente.  

Gli annuni su Facebook hanno aiutato?
La faccenda è diventata virale in rete e la polizia ha chiesto aiuto a quelli di Facebook e di Twitter. Per ora, direi, senza risultati.  

Quando li prenderanno, di che cosa possono accusarli?
Poca roba: ricettazione della macchina, eccesso di velocità. Avrebbero compiuto furti per 70 mila euro, da Natale a oggi, ma vai a dimostrare che sono stati loro.  

La signora russa morta?
Diranno che al volante c’era qualcun altro.