Il Messaggero, 23 gennaio 2016
Crolla un palazzo a Roma, strage evitata grazie a un’inquilina che lancia l’allarme nella notte
Un rumore sordo, una nuvola di fumo, tonnellate di calcinacci che sfondano asfalto, auto e sfiorano i condomini rimasti in strada. Il quinto, sesto e settimo piano di una palazzina sul Lungotevere Flaminio, al civico 70, si sbriciolano nel cuore di Roma, nello stesso stabile che ospita il Teatro Olimpico. Uno scenario da guerra, una notte di terrore e nessun ferito. Perché Haagea, inquilina del settimo piano poco prima ha chiamato le forze dell’ordine per dare l’allarme. Le crepe alle pareti, la paura che fossero dei ladri. E invece no, Giulio Capuano, 45 anni, funzionario dei Vigili del fuoco, arrivato insieme ai colleghi e i carabinieri pochi minuti dopo l’Sos lanciato alle 00,40 di giovedì non avrà dubbi: «Sgombero immediato». Così si sono salvate le 11 famiglie che abitano nella palazzina costruita nel ’29 per i gerarchi del regime fascista.
LE INDAGINI
Sul crollo indagano il procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e la pm Antonella Nespola: hanno aperto un fascicolo per disastro colposo. L’attenzione di concentra sui lavori di ristrutturazione nel palazzo al quinto e al terzo piano. Poi ci sono quei vasi, pesantissimi, sul terrazzo del sesto, le proteste dei condomini per il sovraccarico in quell’appartamento che secondo alcuni era stato trasformato in una sorta di magazzino. Non solo: nel 2012 il tetto dell’androne era crollato per un cedimento del ferro del cemento armato dovuto a infiltrazioni. L’allarme lanciato da Haagea, la prontezza dei Vigili del fuoco che hanno subito deciso l’evacuazione. «Sono salito al settimo piano e ho visto delle fessurazioni sulle pareti esterne del palazzo – racconterà Capuano, architetto, funzionario dei Vigili del fuoco da 18 anni – La decisione di evacuare era inevitabile e se avessimo avuto titubanza avremmo rischiato di avere persone sotto le macerie». Insieme a tre colleghi e a un carabiniere è rientrato nella palazzina per prendere delle medicine che servivano a un inquilino disabile. «Abbiamo sentito degli scricchiolii – racconta – ho urlato “scappiamo” e poi ho sentito un rumore sordo. Siamo usciti appena in tempo investiti da una nuvola di polvere».
I TESTIMONI
«Insieme ai Vigili del fuoco sono salito al settimo piano – racconta Andrea Ciacchella, ingegnere civile – ho visto le crepe, siamo corsi giù per le scale. Poi il crollo, ero in strada, sembravano le Torri Gemelle». Altri residenti hanno pensato a «un attentato». «Chi ha sbagliato deve pagare» tuonano puntando il dito sui lavori di ristrutturazione al quinto piano. L’amministratore del condominio Vincenzo Marcialis, spiega: «C’erano lavori al terzo piano di cui ero a conoscenza, ma di quelli al quinto no. Anzi ho saputo dopo il crollo che c’era un nuovo proprietario. I tecnici hanno accertato che il crollo è stato prodotto da cause umane, per cui adesso dovremo pagare a nostre spese la messa in sicurezza del palazzo, prima di altri crolli». L’acquirente dell’appartamento, 166 metri quadri per oltre un milione di euro di valore, è un geologo, Giuseppe Rigo, che si difende: «Avevamo iniziato da appena due giorni. La causa è da cercare altrove. Non sono responsabile, anzi sono parte lesa». Ma i condomini parlano di lavori iniziati da settimane. La commissione per la Sicurezza statica per gli edifici privati, della Protezione civile di Roma, ha effettuato sopralluoghi. I vigili del II gruppo hanno acquisito la documentazione dei lavori di ristrutturazione. Il presidente del municipio Giuseppe Gerace parla di «una comunicazione di inizio attività lavori asseverata per lavori di lievissima entità». E ora 15 famiglie restano fuori casa. Solo due persone hanno accettato l’accoglienza comunale. «Ho dormito in un hotel vicino, ho pagato 50 euro» dice Paola Mencaroni. La palazzina, tre appartamenti vicini e il teatro Olimpico sono stati dichiarati inagibili. «La macchina è scattata immediatamente» ha commentato il commissario Francesco Paolo Tronca.