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 2016  gennaio 22 Venerdì calendario

Sofia Loren in lacrime sulla bara di Ettore Scola

Una musica nota e tante facce care. Ecco Scola con Mastroianni, Scola con la Sandrelli, Scola con Gassman, Scola con Manfredi, Scola con la famiglia, Scola che ride, Scola che parla, Scola che dirige, Scola che saluta. Esce dal maxischermo e rimbalza sulla folla, tanta, che alla Casa del Cinema è arrivata per salutare, ricordare, scherzare e ridere come Scola aveva chiesto.
Bandito il pianto ma forse a Sofia Loren non l’avevano detto. Entra senza farsi vedere, capelli rossi, cappotto blu che mette in risalto il fisico asciutto, lenti grigie a schermare quegli occhi pieni di lacrime. Guarda lo schermo quasi volesse catturare le immagini e subito prende in mano il piccolo disegno con la caricatura di Scola che ride posto sulla bara. È di Virzì e c’è scritto: «Ettore si diverte moltissimo». Lei lo accarezza prima di piombare tra le braccia della moglie di Scola, Gigliola: «Sono molto addolorata, non credo ci siano parole. Ma tu come stai? Voi come state?», si informa premurosa. Lei parole non ne ha perché sembra sul punto di sciogliersi in singhiozzi, la invitano a sedersi ma lei, «Fatemi salutare Ettore» e non si vuole allontanare dal feretro su cui poggia entrambe le mani.
Sono le figlie che raccontano: «Era allegro negli ultimi tempi, anche per il compleanno di mia madre era in forma, rideva, scherzava. Siamo felici che abbia perso conoscenza subito prima che l’ambulanza lo portasse via. L’ultimo suo sguardo era a casa». E ancora a Sofia: «Lo sai – le dice Gigliola – che porteranno in teatro Una giornata particolare? Con Giulio Scarpati e Valeria Solarino, ne sapevi qualcosa? E la Loren: «No, è la prima volta che lo sento». In precedenza l’attrice aveva parlato proprio di quel lavoro come uno dei suoi preferiti: «Scola mi ha dato l’opportunità di interpretare con Mastroianni un film straordinario che amo molto». Un attimo e Sofia, dopo aver baciato tutti i parenti di Scola, già parte scortata da Enrico Lo Verso in una macchina dai vetri oscurati. «Sono troppo commossa per parlare». E via.
Per il resto un afflusso continuo di amici, c’é il Presidente emerito Giorgio Napolitano: «Scola è il regista che meglio ha ha rappresentato evoluzioni e involuzioni del nostro paese. Per me, un vero amico».
E poi Laura Morante, Nicola Zingaretti, Paolo Virzì, Dante Ferretti, Bassolino: «Un sognatore nella vita e nel cinema, abbiamo condiviso due punti di riferimento, Berlinguer e Ingrao, un uomo sempre con il sorriso». E ancora Fassina, Casini, Ricky Tognazzi: «Gli devo tutto, ho iniziato con lui. Lo ricordo come la persona più gentile che abbia mai conosciuto», Marco Pontecorvo: «Ora li immagino tutti insieme, lui, papà, Rosi, Lizzani, Monicelli, ci guardano dal cielo e sorridono», Pupi Avati, il presidente Boldrini, Erminia Manfredi: «Nino era sempre felice di lavorare con lui», Gianni Letta, Daniele Luchetti, i Lucisano e Achille Occhetto: «Ha partecipato a momenti salienti della politica, ha fatto parte del governo ombra occupandosi di cultura. Con La Terrazza restituì una visione raffinata di una certa sinistra. Alcuni si arrabbiarono perché ci si riconobbero». Paolo Taviani: «Io sono un comunista, diceva, una parola che oggi ha perso di significato e che per lui era strumento di conoscenza».
«Ridendo e scherzando» come il titolo del documentario sul padre, Silvia riceve gli ospiti tra i corazzieri che accompagnano la corona della presidenza della Repubblica. «Sapevo la grandezza di papà ma ci ha stupito questo amore planetario, dimostrazioni di affetto enormi dagli Usa alla Germania. Ci lascia molto più di quello che ci porta via». E oggi ancora amore alla Casa del Cinema, le parole degli amici come in un funerale laico, poi il corpo sarà cremato.