la Repubblica, 22 gennaio 2016
Pepito Rossi prova a ripartire dalla Spagna
Ricominciare è il suo destino. Addio Firenze. No, arrivederci. Pepito Rossi torna in Spagna. Il Levante è la nuova destinazione. Prestito con diritto di riscatto fissato a sei milioni, ma se la Fiorentina ne mette sopra due se lo riporta a casa. Buena suerte, dicono i tifosi. «Non dimenticherò mai i brividi viola», risponde lui, che dopo tre interventi sul solito ginocchio, mesi e mesi di palestra, valanghe di tweet del tipo “Forza ragazzi” e pochi lampi sul campo, ha capito che Sousa non potrà mai concedergli il tempo di cui ha bisogno per far vedere che Pepito esiste ancora ed è quello che travolge gli avversari coi dribbling danzanti e quel sinistro irresistibile. Lui rivuole la possibilità di dimostrare a se stesso e al mondo che quel ragazzo c’è ancora. Il giovane americano che il Barcellona voleva dal Villarreal prima del primo maledetto infortunio al ginocchio, ora torna nei bassifondi della Liga per ritrovare gol, visibilità e quella sensazione prepotente che solo il potere del suo talento gli aveva dato nei momenti più belli e perfino in quelli dell’attesa. Lunghi. Infiniti, nervosi. Prandelli che lo convoca a Coverciano pur sapendo che non potrà portarlo in Brasile. Pepito che si era illuso, e allora la rabbia e una polemica che non ha senso, perchè il rischio è troppo grande. Ma quello è il passato. Ora Pepito Rossi si mette a giocare dentro un film che sembra impossibile: rinascere caricandosi sulle spalle una squadra che soffre nel sottoscala della classifica. Lui ha bisogno di responsabilità, di correre verso la luce e verso un nuovo sogno azzurro. Rossi deve ribaltare una sceneggiatura perfida, come fece quel 20 ottobre del 2013, quando con tre gol spense la Juve per una vittoria che sembrava impossibile. Adesso una nuova sfida no limits. Quella decisiva.