la Repubblica, 22 gennaio 2016
Ci sono buone probabilità che la legge sulle unioni civili arrivi in porto, nonostante la nostra abitudine al peggio
Dice la senatrice Cirinnà che, a tutt’oggi, sono stati presentati zero emendamenti alla legge che porta il suo nome e che dovrebbe dare finalmente qualche certezza a famiglie di fatto, specie quelle omosessuali. Dice anche, Cirinnà, che se emendamenti verranno presentati, essi saranno “migliorativi”, ovvero non avranno lo scopo di disarticolare la struttura stessa della legge. Poiché Cirinnà, in quanto madre di quella legge, non avrebbe alcun interesse a occultare intenzioni ostili e sopire polemiche malevole, viene da pensare che l’abitudine al peggio abbia molto influenzato il clima delle ultime settimane: leggendo i giornali pareva che lobbies di bigotti e lobbies di degenerati fossero impegnate in uno scontro mortale, e nella rissa sarebbe stato travolto e affossato anche questo ennesimo, tardivo tentativo di allineare le leggi italiane non tanto al dettato europeo, quanto al senso comune occidentale in materia di “famiglia”. La politica è così carica di difetti che manca il cuore, ormai, di elencarli tutti. Ma a volte (e speriamo sia questo il caso) è un tantino più solida, nel suo farsi, della rappresentazione molto molto teatrale che ne viene data. Magari tra un quarto d’ora a qualcuno saltano i nervi e va tutto all’aria; ma al momento, a quanto sembra, ci sono buone probabilità che la legge Cirinnà arrivi in porto. Nel caso, un brindisi al lavoro politico, una volta tanto, andrebbe fatto.