MilanoFinanza, 21 gennaio 2016
Un altro problema per Marchionne: Fca è la casa automobilistica che inquina di più negli Usa
Non sono giorni facili per Fca. E non solo per gli scivoloni in borsa che il titolo del Lingotto sta registrando a causa della pessima fase attraversata dai mercati azionari internazionali (ieri a Piazza Affari l’azione ha perso un altro 6,3% chiudendo la seduta a 6,2 euro). Le brutte notizie infatti arrivano anche dagli Stati Uniti, dove un report dell’Environmental Protection Agency (Epa), l’ente statunitense per la protezione ambientale (lo stesso che ha fatto scoppiare il Dieslegate), ha messo in evidenza che Fca nel 2014 per il quarto anno consecutivo è risultata essere la peggiore tra le grandi case automobilistiche nella graduatoria riferita alle emissioni di biossido di carbonio delle vetture.
E, secondo l’ufficio analisi di Bloomberg (che ha riportato la notizia), la situazione è delicata, perché, se non riuscirà a migliorare le performance in questa particolare classifica, Fca potrebbe essere costretta a ridurre la produzione dei light-truck Ram, dai quali deriva una parte importante dei ricavi nordamericani della società guidata dall’amministratore delegato Sergio Marchionne. Inoltre va sottolineato che l’Epa è in procinto di innalzare gli obiettivi sul fronte ambientale per i prossimi anni e in tal caso Fca sarebbe costretta a effettuare investimenti massicci per poter continuare a vendere alcuni dei suoi modelli di maggiore successo.
In particolare, per combattere il riscaldamento globale l’Epa metterà un limite di 163 grammi per miglio all’emissione di CO2 entro il 2025 negli Stati Uniti.
Tale soglia è molto lontana dal livello di emissioni prodotte dai modelli del Lingotto, che nel 2014 era stato 428 grammi per miglio (la più efficiente è invece Mazda, la cui vetture hanno registrato 302 grammi di emissioni per miglio). Non solo; l’Epa entro il 2025 abbasserà anche i limiti per quanto riguarda i consumi di benzina. L’Environmental Protection Agnecy statunitense infatti richiede che le auto negli Stati Uniti aumentino la loro efficienza energetica del 50% arrivando a percorrere 54,5 miglia con un gallone di benzina.
Capitolo Volkswagen: sempre in tema di emissioni, va anche registrato che oggi la commissaria Ue all’Industria Elzbieta Bienkowska incontrerà a Bruxelles il ceo della casa automobilistica tedesca Matthias Mueller. Tra i temi sul tavolo ci sarà anche quello riguardante le compensazioni agli automobilisti coinvolti nello scandalo delle emissioni inquinanti truccate. Ieri infatti Bienkowska ha spiegato che il gruppo di Wolsfburg dovrebbe indennizzare i clienti, così come sta succedendo negli Stati Uniti. La commissaria europea sta intanto predisponendo una proposta legislativa che attribuirà alla Commissione Ue poteri di verifica dell’attività degli enti nazionali di omologazione. Intanto ieri invece nella sede di Volkswagen Italia a Verona si è tenuto l’incontro tra l’amministratore delegato Massimo Nordio e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Secondo quanto hanno rivelato questi ultimi, il manager ha confermato il piano di investimenti per gli stabilimenti italiani di Lamborghini, Ducati e Italdesign. I sindacati hanno anche spiegato che al momento la società non è in grado di quantificare i danni legati al Dieselgate in Italia ma ritiene di avere effettuato gli opportuni accantonamenti.