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 2016  gennaio 21 Giovedì calendario

Allora meglio dare del «miezo recchione». Consigli da Paolo Isotta

Della vicenda sulla quale sto scrivendo non sapevo nulla fino a cinque minuti fa (ne parlavano dal barbiere, ma non ero stato attento) giacché il football (napoletanamente ’o pallone) non m’interessa essendo oggi uno sport troppo dominato dal dio denaro. Assistetti a una sola partita, portato dal mio papà al mitico stadio Collana al Vomero, quando avevo sei anni. In televisione guardare ’o pallone mi annoia e non sono abbastanza conoscitore per seguire le partite per radio. I miei sports sono il canottaggio, che praticavo da ragazzo, e la boxe, che amo. Ebbi una parentesi tennistica che durò poco perché il Maestro Vitale me lo proibì per la tensione ai muscoli dell’avambraccio. Quindi non posso esprimermi nel merito del conflitto che ha opposto due allenatori. Quello del “Napoli” mi spiace per i capelli tinti e l’accento toscano; l’altro i capelli li ha brizzolati ed è già un merito. Che un taluno possa dare dell’omosessuale a un altro a titolo d’insulto mi pare manifestazione non d’infamia, di cretinaggine. Che l’allenatore del “Napoli”, pur di Figline Valdarno, patria nientemeno che di Marsilio Ficino, volendo insultare un altro lo chiami «frocio» e «finocchio» invece di «ricchione» (recte, come mi corresse Giuseppe Galasso, recchione), dimostra costui essere oltre che cretino ignorante. A tutti quelli che desiderano offendere un interlocutore consiglio il mio insulto: «miezo recchione», ossia «mezzo ricchione». Il vorrei ma non posso è sempre degli sventurati.