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 2016  gennaio 21 Giovedì calendario

«Facevamo altro perché c’era poco da lavorare». Ecco le giustificazioni dei fannulloni di Sanremo

La causa dell’assenteismo al Comune di Sanremo spiegato da alcuni dei “fannulloni”:«Facevamo altro perché c’era poco da lavorare». Le venti pagine del provvedimento con cui l’amministrazione della Città dei Fiori ha licenziato uno dei 140 furbetti (per ora sono quattro i licenziamenti ) coinvolti nella maxi inchiesta non racconta solo nel dettaglio le contestazioni al singolo, ma svela le radici del “sistema” e le incredibili giustificazioni che sembrano però, nella loro esplosiva ingenuità, essere veritiere.
Nel documento che irroga la sanzione al messo notificatore Claudio Castagna decisa dalla commissione disciplinare presieduta dal segretario generale Concetta Orlando (un tour de force il suo, con le audizioni di oltre cento dipendenti invischiati a vari livelli nell’inchiesta Stakanov) si legge: «Il danno all’immagine del Comune di Sanremo risulta rilevante... emerge la pervicacia nell’attestare falsamente la propria presenza... tale da evidenziare un adagiarsi su un sistema consolidato».
E poi scene da basso impero che emergono dalle audizioni di molti dipendenti (Castagna non si è presentato). Ad esempio, scrive la Commissione : «Il coordinatore dei messi notificatori Mirco Norberti raccomandava ai dipendenti di non farsi trovare presso l’ufficio per non dare nell’occhio circa gli esigui carichi di lavoro». E Ancora: «Alcuni di loro ripresi in occupazioni private hanno giustificato con lo scarso carico di lavoro il loro comportamento». Un’altra dipendente ha dichiarato che «lo straordinario elettorale veniva utilizzato per prassi per attività ordinarie».
L’ufficio notifiche esce demolito dalla Commissione disciplinare: «Si nutrono forti dubbi circa la corretta tenuta dei registri... lo straordinario è stato utilizzato in modo truffaldino e ingannatorio. Sono state inventate “incombenze” relative alla consegna delle tessere elettorali... il numero da consegnare risulta limitato e tale da non giustificare lo svolgimento di ore di straordinario nella misura autorizzata».
Clamoroso un episodio: «Nella giornata festiva di Pasqua Castagna e Gianforte (altro licenziato) hanno timbrato ben 11 ore il primo e 10 il secondo di straordinario elettorale».
Dopo una lunga parte dedicata agli aspetti giuridici il provvedimento si conclude con alcuni punti con i quali si sottolinea «l’intenzionalità dolosa del comportamento di Castagna di timbrare per altri e farsi timbrare il badge a sua volta».
E ancora il danno rilevante a causa dell’eco “mediatica”. E poi il rifiuto di qualsiasi giustificazione legata all’ignoranza delle norme: «Invocare l’ignoranza della legge penale... è tesa a dimostrare l’ignoranza di un disvalore oggettivamente riconosciuto e riconoscibile come tale dalla generalità dei cittadini e a maggior ragione dai pubblici impiegati».
Inoltre scrive il segretario generale «anche a voler considerare il pubblico dipendente alla stregua del comune cittadino non possono essere dimenticati i servizi televisivi e di stampa dedicati al fenomeno dell’assenteismo precedenti e successivi all’entrata in vigore della legge Brunetta. Si ricordano trasmissioni di Striscia la notizia e Le iene».
Infine una stoccata ai dirigenti del Comune: «È ipotizzabile che l’adozione di una regolamentazione generale sull’orario di servizio sotto forma di direttiva generale da parte di ogni singolo dirigente avrebbe contribuito a ridurre le irregolarità sulle uscite di servizio e sulle omesse timbrature».
E la responsabilità dei dirigenti è il capitolo ancora da scrivere del caso Sanremo.