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 2016  gennaio 21 Giovedì calendario

Donald Trump e Sarah Palin, popolari e populisti, piacioni e sbruffoni, familisti amoralissimi

Martedì, su un palco dell’Iowa, è decollata la campagna dei due Arciamericani. Popolari e populisti, piacioni e sbruffoni, familisti amoralissimi, ora scatenati contro l’establishment repubblicano. Più che politici, divi, seguiti da un pubblico disilluso, in cerca di referenti che parlino la loro lingua, e/o di notizie trash. «This should be fun- maybe a little too much fun», ha titolato il Boston Herald, e vuol dire: potrebbe essere divertente, pure troppo, la discesa in campo di Sarah Palin per Donald Trump. Un festival di dichiarazioni estreme volutamente scorrettissime (Trump potrebbe continuare a prendersela con i musulmani, e Palin chiedere l’espulsione degli europei effeminati; per dire). Di beghe familiari, di villoni, di riportoni e tacchi a spillo e momenti in video che rischiano di rendere questa campagna elettorale, ancora di più, un reality show. Sia Palin che Trump hanno avuto i loro reality, il che dà senso a questo «endorsement», volendo. Più politico di quel che sembra: Palin è ancora amata dagli elettori della destra religiosa, cruciali per vincere le primarie in Iowa e nel Sud; finora inclini a votare per il senatore texano Ted Cruz; ora forse pronti a ri-identificarsi nell’ex governatrice dell’Alaska, cristiana e repubblicana fervente, appassionata di shopping e con prole disfunzionale, come capita a tutti (il figlio, purtroppo chiamato Track, è stato arrestato proprio martedì per aver preso a pugni la fidanzata; una delle figlie, Bristol, testimonial strapagata pro astinenza sessuale dei giovani, è al secondo pupo da nubile a 25 anni). Più astuto di quanto possa sembrare nel medio termine. Palin aveva contribuito, con le sue gaffes e la sua palese incompetenza, alla sconfitta di John McCain nel 2008. Negli anni successivi, lei e i suoi cari sono diventati celebrità. Il che è, si teme, il suo potenziale contributo alle presidenziali.
Perché la combinazione Palin-Trump rischia di diventare un moltiplicatore di audience, di lettori di articoli, di clic. Di dilagare sui siti di notizie e in Tv, togliendo spazio, visibilità, attenzione ai candidati meno pittoreschi. A rendere questa corsa per la Casa Bianca divertente, anche troppo. Il Daily News ha pubblicato una foto dei due che si indicano titolando «I’m With Stupid». Media e pubblico preparano popcorn virtuali per seguire questa campagna supertrash, si è tutti «with stupid», di questi tempi.