Corriere della Sera, 21 gennaio 2016
L’Isis ha demolito il monastero cristiano di Sant’Elia a Mosul
«È la prima completa distruzione di un edificio cristiano decisa dall’Isis nei territori occupati in Iraq. Fino ad oggi il sedicente Stato islamico si era accanito contro i mausolei sciiti, cancellandoli scientificamente. Anche stavolta le macerie sono state portate via per cancellare ogni traccia di un culto antichissimo. La notizia è stata data con molta chiarezza dall’emittente curda Rudaw».
L’archeologa Stefania Berlioz fa parte della missione italiana in Iraq da quattro anni al lavoro per il censimento dei beni culturali danneggiati in guerra sotto il coordinamento di Alessandro Bianchi e parla con evidente emozione dell’ennesima atrocità culturale decisa dall’Isis: l’abbattimento, probabilmente con bulldozer ed esplosivi, di ciò che restava del monastero di Sant’Elijah, pochi chilometri a Sud-ovest di Mosul, molto caro ai cattolici iracheni di rito caldeo. L’abbattimento (anzi: la vera e propria polverizzazione) risalirebbe, secondo alcuni calcoli in base ai rilievi fotografici satellitari, all’agosto-settembre 2014.
Dunque l’Isis ha deciso di distruggere anche i siti cattolici: «Per essere precisi, hanno anche abbattuto la tomba di Mar Behnam e Mart Sarah nel monastero di Mar Behnam, vicino Nimrud, ma si tratta solo della tomba, il monastero non ha subito danni».
Dear Mar Elijah (ovvero il monastero di Sant’Elia) era stato fondato nel 590 dopo Cristo su una collina che sovrasta Mosul.
Nel 1743, più di 150 monaci erano stati massacrati da un generale persiano perché si erano rifiutati di convertirsi. Il complesso era stato abbandonato ed era andato in rovina ma erano ancora visibili 25 stanze e una cappella. Infatti, spiega Stefania Berlioz, «il monastero era tuttora meta di un pellegrinaggio annuale da parte dei cattolici caldei in occasione della nascita del santo. La prova dell’attaccamento della comunità caldea a quella figura di santo è che gli è stata dedicata recentemente una nuova chiesa a Bagdad. Di tutto questo ha memoria storica padre Rebwar Basa, sacerdote iracheno dell’Ordine Antoniano di Sant’Ormisda dei Caldei, unico ordine religioso maschile della chiesa caldea cattolica, per molti anni in sede a Mosul».
L’archeologa precisa che Sant’Elijah «non è il più antico monastero cristiano in Iraq: quello è Mar Mattai (San Matteo), fondato nella metà del IV secolo, e oggi in area protetta dai Peshmerga curdi». Ma tutto questo non toglie alcuna gravità alla distruzione di quell’antico complesso.
Un segnale di grande pericolo per tutta la comunità caldea. E un ennesimo, violento e inquietante messaggio al mondo occidentale legato al cristianesimo.