21 gennaio 2016
Le Borse europee affondano ancora • Porte rosse a Middlesbrough, nel Regno Unito, per marchiare le case dei Profughi • Gli insulti omofobi di Sarri a Mancini • Il Palio di Siena rifiuta l’invito della Regina Elisabetta • L’uomo non può avere più di 150 amici • Il 2015 è stato l’anno più caldo della storia
Borse In Europa le Borse hanno bruciato oltre 233 miliardi di euro di capitalizzazione, travolte da un’ondata di vendite: Parigi e Londra hanno perso il 3,4%, Francoforte il 2,82%. Male anche Tokyo (-3,71%) e Wall Street (il Dow Jones ha accusato una perdita dell’1,5%). Piazza Affari, la peggiore, ha lasciato sul terreno il 4,83%, ai minimi dal dicembre 2013: da inizio anno ha bruciato circa 50 miliardi. Rispetto all’Italia, pesantemente condizionata dalle banche, altrove a condizionare la seduta è il nuovo crollo del greggio col settore petrolifero che perde mediamente il 5,14% (così l’indice Stoxx di settore) contro il -4,28% dell’insieme delle banche (Spini, Sta). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Porte rosse Il «Times» ha denunciato un caso di «apartheid segreta»: a Middlesbrough, cittadina nel nord-est dell’Inghilterra ad alta intensità di immigrati, le case di profughi e rifugiati sono «marchiate» con porte d’ingresso rosse, diverse da quelle delle abitazioni vicine e così divenute facile bersaglio di attacchi vandalici e razzisti. La società proprietaria degli edifici ha respinto le accuse di discriminazione, ma il ministero degli Interni britannico ha aperto un’inchiesta e raccomandato la riverniciatura dei portoni. Secondo il «Times», Middlesbrough, cittadina industriale nello Yorkshire, ha la più alta percentuale di richiedenti asilo di tutto il regno: uno per ogni 173 residenti. Molti di loro sono in fuga da Siria, Iran o Afghanistan, e alcuni hanno denunciato di essere stati vittime di atti di teppismo come lanci di uova e insulti xenofobi, presi di mira proprio a causa del colore delle porte. Alcuni si sono ritrovati escrementi di cane spalmati sul muro di casa. Chi ha provato a ridipingere le porte di bianco o verde come i vicini, si è visto ripristinare l’originale. Le case appartengono alla società Jomast, subappaltatrice della multinazionale G4S, legata al ministero degli Interni. Su 168 case appartenenti alla società, ben 155 hanno il portoncino rosso. Il «Daily Mail», giornale populista non tenero con gli immigrati, ha ripreso il paragone con la stella di David imposta agli ebrei nella Germania nazista (Rizzo, Cds).
Sarri L’allenatore del Napoli Maurizio Sarri, nella gara di Coppa Italia, con l’Inter, litigando con il collega e rivale, Roberto Mancini, gli ha urlato: «Sei un frocio, un finocchio». Agli ispettori della Federcalcio, Sarri ha svelato altri particolari della sua lite con Mancini «Non ha accettato le mie scuse e m’ha chiamato “vecchio cazzone”, invitandomi a tornare in serie C». La giustizia sportiva non qualificherà — salvo colpi di scena — l’episodio come discriminazione omofoba (fino a 4 mesi di stop), ma come semplice offesa generica: punibile con 2 turni di squalifica, da scontare in Coppa Italia. Il destinatario dell’offesa, Roberto Mancini (espulso e a rischio squalifica pure lui), è infatti notoriamente etero: e dunque (per la bizzarra giurisprudenza del pallone) non si configura alcuna discriminazione nel chiamarlo “frocio”. La Procura Federale, però, è pronta a aprire un’inchiesta. Dal passato di Sarri è saltato fuori un precedente. «Il nostro è uno sport per finocchi», disse dopo Varese-Empoli. Il tecnico del Napoli è dunque recidivo e fuori dal calcio lo condannano quasi tutti. Il senatore Pd Sergio Lo Giudice si farà promotore di una interrogazione parlamentare. E il collega di Prc Paolo Ferrero incalza: «In Italia il problema dell’omofobia è ancora grave». Giorgio Zinno, primo sindaco gay dichiarato in Campania, a San Giorgio a Cremano, è amareggiato: «Nel pallone c’è il peggior cameratismo». Tra le poche voci fuori dal coro c’è quella di Silvio Berlusconi: «Mancini ha sbagliato a rendere pubbliche cose di campo». Sarri: «Sono pronto a scusarmi di nuovo con lui e con tutti, so di aver sbagliato: ma non sono mai stato omofobo, avevo anche due amici gay che purtroppo sono scomparsi da poco. Sono episodi di campo e da lì non dovrebbero uscire, pure io ricevo offese pesanti» (Azzi, Rep).
Palio di Siena A novembre scorso, la società che organizza i festeggiamenti per i 90 anni della regina Elisabetta, l’inglese H Power group, ha contattato il sindaco di Siena Bruno Valentini e poi il Magistrato delle contrade per definire la partecipazione del Palio, in rappresentanza dell’Italia, alla parata per celebrare la sovrana, nei giardini del castello di Windsor il 15 maggio. Un invito nato dalla diretta volontà di Elisabetta II e dovuto al suo amore per i cavalli. Alla fine Siena ha detto di no. Il prorettore del Magistrato Laura Bonelli: «Abbiamo dovuto dire di no. Ci avevano proposto una sfilata di un minuto e mezzo per mostrare al mondo il Palio. Avremmo dovuto portare massimo 10 persone, 2 cavalli, 3 fantini, costumi e tamburi. Impossibile. Tanto per cominciare le contrade sono 17, chi le avrebbe scelte? E poi in 90 secondi cosa si può mostrare? Onorati di aver suscitato l’interesse della Corte inglese, ma voleva dire snaturare una tradizione secolare». Il sindaco Bruno Valentini: «Volevano che gli portassimo il Palio in bottiglia ma non si può fare, più volentieri invitiamo Elisabetta a vedere il Palio dal palazzo comunale» (Ferrara, Rep).
Amici Nella vita c’è spazio solo per pochi amici. «Oltre una certa cifra, il nostro cervello non riesce più a gestirli» spiega Robin Dunbar, lo psicologo e antropologo dell’università di Oxford che quella cifra è andato a calcolarla davvero, pubblicando ieri i suoi risultati sulla rivista Royal Society Open Science. Le misure perfette dell’amicizia — 5, 150 e 500 — corrispondono secondo Dunbar alle tre accezioni della parola “amico”. Cinque sono le persone su cui contare nella buona e nella cattiva sorte, 150 le persone che sentiamo emotivamente vicine e 500 quelle con le quali scambiamo due chiacchiere incontrandole per strada. Questa la teoria dello psicologo inglese, basata sul concetto della social brain hypothesis secondo cui il nostro cervello, come d’altronde quello dei primati e delle prime comunità umane di cacciatori, ha una capacità limitata di gestire i rapporti sociali. Ma alla teoria, il ricercatore britannico ha voluto far seguire la pratica. Si è quindi immerso nel mondo di Facebook per capire se e quanto i social media distorcono le misure perfette dell’amicizia. Internet infatti, era la sua idea di partenza, ha il potere di eliminare una delle barriere che più limitano la nostra voglia di socializzare: la mancanza di tempo. Andando a intervistare 3.300 inglesi fra i 18 e i 65 anni, l’85% dei quali usa i social media quotidianamente, Dunbar ha scoperto che anche nel mondo senza vincoli di tempo di Facebook le misure perfette dell’amicizia restano in vigore. Gli intervistati hanno in media 155 amici (166 le donne e 145 gli uomini), di cui solo il 28% viene definito “autentico”. Le persone cui chiedere aiuto in un momento di crisi invece non superano le 4. Mentre i giovani hanno mediamente più amici rispetto agli anziani, il numero di rapporti genuini e di individui su cui contare resta costante a tutte le età. A confermare la tesi dello psicologo di Oxford ci sono anche le statistiche di Facebook. Sul social network si collegano ogni giorno più di un miliardo di persone. E la media delle loro amicizie — secondo uno studio diffuso nel 2014 dal Pew Research Center — è proprio di 155, una cinquantina dei quali vengono descritti come “veri amici” (Dusi, Rep).
Caldo Il 2015 è stato l’anno più caldo della storia da quando nel 1880 sono iniziate le misurazioni. L’eccesso di temperatura ha raggiunto la soglia di un grado. Lo hanno certificato ieri la Nasa e la Noaa, l’agenzia americana che si occupa di clima e oceani (Dusi, Rep).
(a cura di Roberta Mercuri)