La Gazzetta dello Sport, 19 gennaio 2016
«L’allenatore ideale per me? Se lo trovo troppo rigido mi ribello, se è troppo molle mi addormento». Cassano senza freni in tv
«La differenza tra Montella e Zenga? È come veder giocare a calcio me e Pardo. L’allenatore ideale per me? Se lo trovo troppo rigido mi ribello, se è troppo molle mi addormento. La verità è che il problema ero io. L’ho capito troppo tardi». Divertente e sincero, Antonio Cassano regala spettacolo anche davanti alle telecamere di Tiki Taka, spaziando su ogni argomento senza freni. «Lo scudetto? Sono interista, quindi spero Inter. Ma sono anche amico di Insigne, che considero il miglior giocatore italiano del momento, quindi se falliscono i nerazzurri spero lo vinca il Napoli. La Juventus, però, è la favorita: Allegri lo conosco bene, è fantastico nel gestire i campioni. Riesce a farti sentire importante, ma anche a bastonarti quando deve. Non mi aspettavo che riuscisse a recuperare dopo la partenza di campioni come Pirlo, Tevez e Vidal, devo fargli i complimenti, stanno facendo una cosa stratosferica. Quelli come loro vincono, quelli un po’ fuori di testa, come me, no».
Via con il quesito del momento: meglio Higuain o Dybala? «Tutta la vita Higuain. Una cosa è fare la differenza per qualche mese, un’altra per dieci anni tra River, Real Madrid e Napoli. Insieme a Suarez è il più forte attaccante del mondo. Tecnicamente è formidabile, è anni luce davanti agli altri. Pirlo è il campione con cui vorrei rigiocare, stratosferico. Totti mi ha insegnato tanto negli anni a Roma, in particolare a fare il passaggio senza guardare. Può ancora fare la differenza. Insigne è l’italiano più forte in questo momento: fa tutta la fascia, corre ed ha una qualità pazzesca. Non vedo perché Conte non dovrebbe chiamarlo».
Un sogno, quello azzurro, che continua a cullare pure lui: «Io ho una possibilità su un miliardo. Conte vuole giocatori che si sacrificano, ma io ho cambiato atteggiamento anche in allenamento. È quasi impossibile, ma ci spero. E se non accadrà tiferò l’Italia da casa».
Intanto si gode la Sampdoria. «A Carpi abbiamo sbagliato atteggiamento. Ora però pensiamo a dare un dispiacere al Napoli. Mi dicono da dieci anni che sono un talento sprecato. Il problema è che mi sono rovinato da solo, non ho mai fatto niente per rendere al massimo. Però quello che conta nella vita è essere felici e io, a Genova, lo sono».