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 2016  gennaio 19 Martedì calendario

Dopo 65 anni la Germania processa l’ex SS Hubert Zafke per concorso in omicidio in 3.681 casi

Dopo averla fatta franca per 65 anni, un ex SS del campo di sterminio di Auschwitz, Hubert Zafke di 95 anni, sarà processato per concorso in omicidio in 3.681 casi. La sua vicenda occupa da tempo la giustizia tedesca e ieri è arrivata la conferma che il processo sarà celebrato dal tribunale regionale di Neubrandenburg, nel Meclemburgo, a Est.
La prima udienza è il 29 febbraio, altre seguiranno a marzo ma il calendario dipenderà dalla salute dell’imputato. Il processo comincia poco dopo la ricorrenza della giornata della memoria il 27 gennaio, giorno in cui, nel 1945, l’armata rossa entrò ad Auschwitz e lo liberò. Data la distanza temporale dai crimini; e l’età dei presunti responsabili, questo di Zafke sarà verosimilmente uno degli ultimi processi contro gli aguzzini ancora in vita di Auschwitz.
IL DOSSIER
Secondo l’accusa in 83 pagine della procura di Schwerin, Zafke, quale membro fra il 15 agosto e il 14 settembre 1944 dell’unità sanitaria delle SS ad Auschwitz-Birkenau, si è reso complice dell’uccisione di 3.681 prigionieri nelle camere a gas. In quell’arco di tempo, secondo il procuratore capo Stefan Urbanek, arrivarono nel Lager almeno 14 treni carichi di deportati provenienti da Rodi, Trieste, Vienna e Westerbork. Fra questi anche quello che trasportava Anna Frank e la sua famiglia, la ragazzina ebrea olandese che morì poi a Bergen-Belsen e passata alla storia per il suo famoso diario. In un primo momento, la primavera scorsa, il tribunale di Neubrandenburg si era pronunciato contro il processo per ragioni di salute. Successivamente la corte di appello, sulla base di una nuova perizia psichiatrica, aveva invece ribaltato la decisione e stabilito che il processo si poteva celebrare riconoscendo però che l’imputato è «limitatamente idoneo a seguire il processo». Le udienze saranno quindi modulate in base alle sue condizioni e potranno essere interrotte.
LA CONDANNA DEL 1948
Zafke era stato già condannato nel 1948 a tre anni in Polonia per appartenenza alle SS come guardia del Lager, e aveva anche scontato la condanna. Quando fu scarcerato nel febbraio 1951, solo 30enne, si stabilì nella Ddr in un paesino del Meclemburgo vicino Demmin, dove si sposò ed ebbe quattro figli maschi. A quell’epoca nella Ddr, in piena guerra fredda e confronto est-ovest, del passato nazista non si preoccupava nessuno. Zafke potè vivere per decenni indisturbato nella Germania dell’est. E sono passati anche oltre venti anni dopo la caduta del Muro di Berlino prima che la giustizia della Germania unificata tedesca si accorgesse di lui. La procura di Schwerin ha potuto rinviarlo a giudizio solo dopo la condanna a cinque anni, nel 2011 a Monaco, di John Demjanjuk, ex guardia del Lager di Sobibor in Polonia per concorso nell’omicidio di oltre 20.000 persone.
AVEVA NEGATO TUTTOLa sentenza segnò un precedente perché prima bisognava dimostrare un fatto concreto non bastava per l’accusa di concorso in omicidio essere stato parte della macchina di sterminio. In un primo interrogatorio nel 2014, Zafke aveva negato di essere mai stato ad Auschwitz. Successivamente aveva detto di non avere saputo delle deportazioni e avere appreso dell’Olocausto di milioni di ebrei e delle camere a gas solo dopo la guerra. Solo dopo avrebbe ammesso di esserne stato a conoscenza. Secondo una ricostruzione fatta tempo fa dalla Bild, Zafke aveva una esemplare carriera nazista alle spalle: a 13 anni era già membro della Hitlerjugend, a 19 entro nelle SS e la sua prima presenza ad Auschwitz fu nel 1943 come caposquadra delle SS.