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 2016  gennaio 19 Martedì calendario

Una bomba per l’inviata di Striscia la Notizia

C’erano già state le gomme tagliate, lo sfondamento del parabrezza, persino martellate alla carrozzeria, ma domenica sera le intimidazioni a Stefania Petyx, inviata di Striscia la Notizia, hanno subìto un’inquietante escalation: una bomba carta rudimentale piazzata sotto il cofano della sua Volvo parcheggiata in via dell’Origlione, quartiere Albergheria, nel cuore del centro storico di Palermo a due passi da Ballarò, ha mandato in frantumi i vetri dell’auto, provocando danni alla parte anteriore della vettura.
Un botto fortissimo che ha richiamato l’attenzione dei vicini che hanno avvertito l’inviata di Striscia, in quel momento a cena con il marito, l’imprenditore Donato Di Donna. La Volvo è intestata a lui, ma è usata da entrambi i coniugi, e Di Donna esclude che la minaccia possa essere rivolta alla sua attività nel campo della comunicazione in società con la moglie.
Sono arrivati i Vigili del fuoco e la Scientifica, e se per ora la polizia non si spinge a formulare ipotesi investigative (“non abbiamo elementi, l’obiettivo è generico”, dicono alla Mobile) il pensiero corre agli ultimi servizi della Petyx, che con la sua telecamera e il fido bassotto Carolina, si era spinta tra i vicoli di Ballarò documentando omertà e reticenze attorno a una storia emblematica di mafia e controllo del territorio: l’incendio doloso di un pub già sequestrato al boss Gianni Nicchi e riaperto grazie all’iniziativa di un gruppo di imprenditori palermitani. A telecamere spente, qualcuno aveva spiegato la “filosofia” criminale alla base dei tre incendi nel giro di un mese: “Il locale è stato sequestrato… allora… niente io e niente tu”.
In quell’occasione, la Petyx aveva tenuto testa a un gruppo di ragazzi ingaggiando più di un fastidioso “faccia a faccia” davanti alla telecamera, opponendo il rispetto della legalità all’arroganza dei suoi interlocutori e mostrando agli spettatori di Striscia lo spaccato di una Palermo che non cambia. “Ballarò è una nota piazza di spaccio e di ricettazione di merce rubata – dice Di Donna – perché non ci sono telecamere a sorvegliare la zona?”. E tra i servizi della moglie indica anche quelli su un imprenditore palermitano, Salvatore Castagna, noto per il crac di Italiacom, una compagnia telefonica fallita due anni fa dopo aver stipulato decine di contratti con utenti che hanno creato un gruppo su Facebook: “Fregati da Italiacom”. “Oggi – dice Di Donna – l’imprenditore si è trasformato in un cantante neomelodico e canta nei locali di Palermo, ma nessuno dice nulla”.