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 2016  gennaio 19 Martedì calendario

Intanto in Friuli hanno già licenziamento in tronco una dirigente dell’Asl per assenze ingiustificate

Otto ore di assenze ingiustificate in un paio di mesi di “osservazione” sono costate il licenziamento in tronco a una dirigente dell’Azienda sanitaria numero 3 dell’Alto Friuli. E senza aspettare l’annunciato provvedimento del governo che ha l’obiettivo di “cacciare” dal posto di lavoro gli impiegati pubblici disonesti nel giro di 48 ore. A Tolmezzo la decisione è stata rapida, rapidissima e non indolore. La donna, che ironia della sorte, si occupava di anticorruzione per conto della struttura sanitaria friulana, ha annunciato ricorso contro il benservito e un’azione legale con richiesta di danni.
Il rigore nei confronti degli assenteisti nel pubblico impiego ha trovato dunque un segnale concreto nel profondo Nord-est. La delibera infatti, approvata lo scorso 13 gennaio, parla di «licenziamento senza preavviso» della donna, rea di non aver timbrato con regolarità il cartellino delle presenze sul posto di lavoro, in particolare all’uscita e al rientro dopo la pausa pranzo. «Abbiamo ricevuto una segnalazione – spiega il direttore generale dell’Azienda sanitaria Pier Paolo Benetollo – alla quale abbiamo risposto subito attivando la commissione disciplina, che ha provveduto ad avviare la verifica. Nel corso di quest’ultima è emerso che la persona interessata ha ripetutamente violato le norme previste dai nostri regolamenti interni». Il fatto è avvenuto all’interno degli uffici di Tolmezzo dell’Azienda sanitaria e la protagonista è una dirigente amministrativa con un’esperienza di 24 anni, un solido curriculum dopo la laurea in Giurisprudenza e fino a ieri responsabile dell’anticorruzione. Nel corso di controlli durati un paio di mesi, sarebbe affiorato che durante l’ora di pranzo, la donna lasciava l’ufficio senza timbrare il cartellino, né in uscita né in rientro. Insomma, un’ora di pausa retribuita. Non solo, le indagini hanno appurato che la stessa dirigente effettuava false timbrature con il proprio cartellino segnatempo, facendo emergere più ore trascorse in ufficio rispetto a quelle effettivamente lavorate. Le indagini interne hanno appurato che questi comportamenti si ripetevano con una discreta frequenza, anche se non quotidiana. Di fronte a ciò, l’azienda ha deciso di avviare l’iter di licenziamento senza preavviso.
Il provvedimento è stato deliberato mercoledì scorso, alla lu- ce della documentazione raccolta, che comprendeva anche materiale fotografico: su richiesta della direzione, i documenti sono stati valutati anche dalla Procura di Udine. «Ben vengano spiega il direttore generale Benetollo – le procedure più rapide annunciate dal governo per risolvere casi come questi, ma attualmente sono già in vigore norme che prevedono quanto abbiamo deliberato. È un dovere della direzione, nel rispetto di tutti gli altri lavoratori, perché questi sono fenomeni marginali ed è noto che i dipendenti dell’Aas3 rispettano le regole sul lavoro. Questi sono comportamenti che rovinano il nome dell’Azienda, dunque è stato necessario prendere tali gravi provvedimenti».
La dirigente non si è trincerata nel silenzio e ha voluto dare la sua versione. «Non ci sto a passare per assenteista. Sono dipendente dell’Azienda sanitaria dal 1992 – ha detto al telefono – e in tutto questo tempo ho accumulato lo 0,02 per cento di assenze sul lavoro e quanto mi viene imputato è il frutto di irregolarità dovute ai miei problemi di salute. Irregolarità per le quali il mio superiore responsabile non mi ha mai richiamata: a questo punto, si aprirà un procedimento anche per lui? Inoltre, ci tengo a sottolineare che se mi sono imputate otto ore di assenze, io ho chiuso il 2015 con ben 60 ore di straordinario».