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 2016  gennaio 19 Martedì calendario

Il coraggio di Gasperini e la viltà dei tifosi che prima lo minacciano e poi lo querelano

I rapporti tra gli ultrà del Genoa e Gian Piero Gasperini, deteriorati da tempo, si sono definitivamente rotti e ora c’è chi minaccia querele contro l’allenatore per le sue dichiarazioni di domenica su alcuni capi della tifoseria. Forse ancor prima dello striscione offensivo nei suoi confronti e in quelli del presidente Preziosi, srotolato al Ferraris durante la partita con il Palermo, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata, per l’allenatore, trovarsi i carabinieri davanti a casa, ad Arenzano in servizio di vigilanza, dopo il derby perso con la Sampdoria. Blindato in casa mia no, ha detto con amarezza agli amici. Il servizio disposto dal comitato per la sicurezza si è allentato dopo le due vittorie consecutive (Atalanta e Palermo) ed è stato proprio questo il momento scelto dal tecnico per mettere sotto accusa i contestatori: «Io – ha detto – ho un concetto dei tifosi del Genoa ben più alto che Leopizzi, Cobra e Traverso... quando penso a questi mi vengono in mente Criscito o le magliette di Sculli. Io identifico i tifosi del Genoa in altro modo, non con queste persone con le quali ho avuto dei problemi. Quando il Genoa perde sto molto male, altri invece diventano protagonisti e stanno molto bene...».
Per la prima volta un allenatore fa i nomi di chi pensa di spadroneggiare e influenzare squadra e società. Il primo nome è quello di Massimo Leopizzi, già capo della Brigata Speloncia, intitolata a un tifoso neofascista morto qualche anno fa. Leopizzi ha una storia giudiziaria lunghissima alle spalle che però, alla fine, si ferma a una condanna per lesioni nei confronti della moglie (il procedimento era partito come tentato omicidio) e a un rinvio a giudizio per detenzione illegale di arma da fuoco. Adesso è lui che pensa di querelare Gasperini: «Stiamo valutando se nelle parole dell’allenatore ci sono gli estremi per procedere» dice il suo avvocato, Stefano Sambugaro. Lo segue a ruota Davide Traverso, presidente dell’Associazione Club Genoani, citato dal mister: «Mi riservo – scrive Traverso – di agire per la tutela del mio onore», dopodiché esprime «massima solidarietà agli altri due tifosi menzionati».
Improvvisamente una parte dei supporter del Genoa è diventata rispettosissima della privacy: «I nomi con allusioni varie non si fanno – scrive in una lettera aperta a Gasperini uno dei leader della gradinata, Roberto Scotto – anche perché le persone che ha nominato danno la vita per la Nord e il Genoa... la squadra si è legata alla tifoseria più di quanto lei possa sopportare e questo sfogo ne è la prova. Non giri scortato, nessuno la toccherebbe mai».
Gasperini in conferenza stampa ha ricordato Genoa-Siena, quando i calciatori furono costretti a togliersi la maglia dopo aver parlato con un gruppetto di ultrà (seguì un’inchiesta della Procura della Repubblica finita con la condanna, tra gli altri, di Cobra – cioè Pier Marco Pellizzari – a due anni e due mesi). Scotto, nella sua lettera, ha ricordato il «caso» della festa organizzata dai tifosi per la squadra nel settembre scorso, quando Gasperini ebbe un duro faccia a faccia sotto il palco proprio con Leopizzi. E la società? Nei prossimi giorni la Questura ha programmato un incontro con l’amministratore delegato Alessandro Zarbano.