La Stampa, 19 gennaio 2016
La Birkin di Hermès che non crolla mai o il vino pregiato che quintuplica il suo valore: il lusso è il nuovo bene rifugio
Un po’ di titoli di Stato, azioni, un conto di deposito e qualche borsetta firmata. Pare una stramberia da stralunati, in realtà la borsetta – tra gli investimenti – non stona poi così tanto. Così come ci stanno bene pure abiti e gioielli firmati e anche auto d’epoca, biciclette vintage, mobili di design, vini di pregio e molto altro ancora. Visto l’andamento dei mercati finanziari viene da chiedersi se non è meglio investire in questi «preziosi» piuttosto che nelle azioni o sull’oro. L’esempio più citato per la risposta si chiama Hermès Birkin bag, la più esclusiva borsetta al mondo. Per averla (costa dai 6mila euro in su) occorre mettersi in liste di attesa per più di due anni. Per questa ragione, sul mercato dell’usato, vale più del suo prezzo in boutique. Negli anni, poi, le quotazioni si rivalutano costantemente: del 14,2% l’anno, ha calcolato Baghunter.com, un sito specializzato nell’usato delle borse di lusso. Piazza Affari l’anno scorso ha fatto +13% mentre nel 2014 ha chiuso sulla parità.
Colpi di tacco
Anche le scarpe fruttano bene. Per fare un esempio, le quotazioni sono sempre in salita, e con pochi scossoni, anche per gli aggressivi tacchi Rockstud di Valentino. Sulla piattaforma dell’usato Rebelle.com costano un 15% in più del loro valore in boutique (700 euro).
Mode del momento, effimere e passeggere? Forse. Certo è che le grandi case d’asta hanno da qualche tempo iniziato a trattare anche questi articoli. La richiesta è altissima. Piace molto il made in Italy. Nomi come Prada o Bulgari riescono a moltiplicare più e più volte il valore di partenza. A novembre, la casa d’aste Dorotheum di Vienna, ha battuto un semplicissimo braccialetto Bulgari in oro a 6250 euro (valore di partenza 3800). Le quotazioni del metallo prezioso, per fare un confronto, si sono mosse di pochi punti negli ultimi mesi.
Manuale d’epoca vendesi
Sicuro è che gli oggetti con più possibilità di vedere crescere il proprio valore devono essere unici e devono riuscire a resistere al passare del tempo. Tra le auto, per esempio, sono ancora più ambiti i vecchi modelli Ferrari. Per dire, la storica 250 Gto del 1963 ha fruttato 52 milioni di dollari. Si tratta di un record tuttora imbattuto per un’auto. Per garantirsi un tesoretto da investimento non occorre però andare così tanto indietro negli anni: per una Ferrari Testarossa del 1992 quest’estate, all’asta a Vienna, sono stati pagati 110mila euro. Anche il manuale per la manutenzione della leggendaria auto, stesso anno, è cresciuto di valore e oggi quota a 300 euro. Tra le auto, le passioni dei collezionisti è in crescita per la Fiat Spider. La Serie 1 del 1964, che fino a qualche anno fa superava di poco i dieci mila euro, ora quota intorno ai 18.000 euro, quasi il doppio.
Grandi soddisfazioni dai vini. La richiesta è in continua crescita e i prezzi salgono anche per gli italiani. Gli esperti della casa d’aste Bolaffi raccontano di alcuni nomi toscani come il Masseto che dal 2001 hanno raggiunto quotazioni di mille euro, più del quintuplo del prezzo di partenza.