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 2016  gennaio 19 Martedì calendario

A detta degli Stati Uniti la Russia finanzia i partiti populisti europei

I rubli di Mosca sono tornati a condizionare la politica europea? Questa è la domanda che il Congresso degli Stati Uniti ha girato a James Clapper, il direttore della National Intelligence, l’organizzazione ombrello cui fanno capo 17 servizi investigativi, compresi Cia e Fbi. Gli agenti passeranno in rassegna almeno dieci anni di finanziamenti clandestini, pianificati dalla Russia per dividere il più possibile l’Unione europea e la Nato. Secondo il quotidiano di Londra The Telegraph, che ha dato la notizia domenica scorsa, Washington avverte i segnali di una nuova «guerra fredda», alimentata dal presidente russo Vladimir Putin appoggiando, tra l’altro, diversi partiti europei. Il giornale rivela di aver visionato un dossier sull’«attività dell’influenza russa» di provenienza, sembra di capire, britannica: nel documento sarebbero state individuate «operazioni» condotte in Francia, Olanda, Ungheria, Austria e Repubblica Ceca. Negli ultimi anni Putin ha coltivato un rapporto politico con quelle formazioni europee che si sono battute contro il potenziamento delle difese missilistiche dell’Alleanza atlantica, oppure contro le sanzioni imposte alla Russia, dopo l’annessione della Crimea e la guerra nell’Ucraina dell’Est. Gli investigatori americani sono convinti che il Cremlino si sia mosso e si stia muovendo sulle ali più estreme, tanto a destra quanto a sinistra. Il primo gruppo comprende forze nazionaliste come Jobbik in Ungheria, Alba Dorata in Grecia. Oppure movimenti euroscettici come il Front National di Marine Le Pen, che nel 2014 ha ricevuto un prestito di 9 milioni di euro da una banca russa, e la Lega Nord. Ieri il segretario leghista Matteo Salvini ha smentito seccamente ogni possibile legame finanziario con Mosca. Nello stesso tempo il Cremlino starebbe seguendo con grande interesse anche le scelte di Jeremy Corbyn, il nuovo leader che ha spostato il partito laburista britannico sulle posizioni della sinistra più radicale e più euroscettica. Conta la politica e, adesso, torna a contare anche la pista dei rubli.