Corriere della Sera, 19 gennaio 2016
Il sindaco Capuozzo insiste: «Roberto Fico sapeva tutto»
Incontri, riunioni, contatti telefonici: i capi del Movimento 5 Stelle furono informati di quanto stava accadendo a Quarto agli inizi di novembre, dunque addirittura venti giorni prima che i magistrati decidessero di convocare la sindaca Rosa Capuozzo in Procura. La donna, questo specifica, aveva un filo diretto con Roberto Fico. I nuovi atti dell’inchiesta fanno emergere le bugie e le contraddizioni dei protagonisti di un’indagine che era nata per verificare le infiltrazioni della camorra nel Comune e si è concentrata sulle pressioni e sui ricatti contro la stessa sindaca. Ricostruendo quanto accaduto negli ultimi mesi grazie all’esame dei testimoni e all’analisi delle conversazioni telefoniche svolta dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dal sostituto Henry John Woodcock.
Le ammissioni ai pm
Il 12 gennaio Capuozzo viene riconvocata in Procura, le chiedono conto delle telefonate con gli altri consiglieri. Fino a quel momento ha negato le minacce di Giovanni De Robbio, consigliere pentastellato indagato per voto di scambio e poi espulso dal Movimento. Ora comincia ad aggiustare la versione. Dice: «Al telefono piango non perché De Robbio mi si è avvicinato, ma perché avevo appreso a seguito dell’interrogatorio che lo stesso aveva rapporti con presunti camorristi». Ed ecco la prima rivelazione: «Desidero una buona volta fare chiarezza e dirvi realmente come stanno le cose. In realtà De Robbio tra ottobre e novembre 2015 si è avvicinato per tre volte a me dicendomi di vedere le foto della casa dove abito, parlando dei presunti abusi che sarebbero stati commessi. Voglio dirvi che solo in seguito a quest’ultimo episodio ho avuto la percezione della natura illecita delle propalazioni di De Robbio. A conferma di ciò – e cioè del fatto che abbia percepito tali ultime propalazioni come “denunziabili” – mi sono rivolta al tenente dei carabinieri di Quarto e gli ho chiesto che valore giuridico avrebbe avuto una registrazione da me effettuata». Il magistrato a questo punto la incalza.
Pm : «A quando risale il terzo episodio?».
Capuozzo : «Mi pare 22, 23 novembre. Prima di essere sentita da voi».
Pm : «Come mai quando è stata sentita la prima volta, il 24 novembre, ha taciuto?».
Capuozzo : «Ero sconvolta e non ero abituata a interloquire con l’autorità giudiziaria. Inoltre avrei voluto acquisire materiale a supporto della mia denuncia».
Pm : «Ha informato il direttorio dell’interrogatorio in ordine ai fatti riguardanti De Robbio? Con chi ha parlato e in che termini?».
Capuozzo : «Ho informato immediatamente dopo l’onorevole Roberto Fico del mio interrogatorio e del contenuto».
Pm : «La procedura di espulsione di De Robbio ha avuto un’accelerazione?».
Capuozzo : «Assolutamente sì, Fico dopo essere stato informato da me dell’interrogatorio, ha chiesto a me di prendere l’iniziativa nei confronti di De Robbio, il quale è stato espulso proprio in conseguenza dei fatti che ho riferito a Fico sul mio interrogatorio».
Pm : «Lei ha informato l’onorevole Fico di tutte le iniziative assunte da De Robbio nei suoi confronti riguardanti la casa?».
Capuozzo : «Non ricordo se gliene ho parlato nel dettaglio prima del mio interrogatorio. Sicuramente l’ho fatto dopo quando mi sono incontrata con lo stesso Fico per riferirgli dell’interrogatorio del 24 novembre con un appuntamento a piazza Amedeo».
«Fico sapeva tutto»
Rosa Capuozzo torna in Procura, nuovamente convocata dai pm, il 14 gennaio. E torna a parlare De Robbio: «Pretendeva di essere nominato presidente del consiglio comunale in quanto consigliere più votato», ma quando cominciò a insistere affinché la gestione dello stadio comunale venisse affidata a privati, lei si insospettì, e si convinse «a non assecondare le aspirazioni del De Robbio». Ed ecco la nuova versione: «Ho messo al corrente il Direttorio del M5S per il tramite di Roberto Fico, anzi ricordo che egli partecipò a una riunione verso la metà del mese di luglio nel corso della quale si discusse anche della questione dello stadio e del presidente del consiglio comunale. Nella circostanza dissi a Fico, in separato colloquio, che il De Robbio aveva preso una posizione sicuramente contraria a quelle che erano le linee del movimento. Egli condivise la mia decisione ma non iniziò azioni disciplinari nei confronti del consigliere comunale in quanto non ne ritenne sussistere gli estremi».
Le foto sul giornale
Le minacce continuano. Ora la sindaca lo ammette: «Ricordo che, trovatami in difficoltà, ne informai Roberto Fico», riferisce Capuozzo. E aggiunge di aver parlato con lui dopo la pubblicazione sul giornale delle foto (sono le immagini dell’abuso pubblicate il 4 novembre 2015 sul quotidiano Il Mattino, ndr). In quella occasione gli raccontai di come dette foto mi fossero state mostrate, prima della loro pubblicazione, dal consigliere De Robbio. Fico mi rassicurò, anche perché dell’argomento si discusse nel corso di una riunione al comune durante la quale io dissi che non avevo nulla da temere. Anche dopo questi colloqui non venne iniziato nei confronti di De Robbio alcun procedimento di espulsione, benché io lo sollecitassi espressamente, sia pure solo verbalmente. Ritornai a fare tale richiesta, che avevo già avanzato in occasione della vicenda dello stadio, quando ci incontrammo in Comune dopo la pubblicazione delle foto per stabilire una linea mediatica di condotta per contrastare la diffamazione di cui ero oggetto».
Capuozzo chiese l’espulsione di De Robbio, anche quando vide Fico nel bar a Napoli: «La procedura, tuttavia, iniziò solo in epoca successiva, quando io feci una richiesta scritta tramite email allo staff. L’incontro con Fico avvenne il 30 novembre e l’espulsione fu decretata il 14 o il 15 dicembre».