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 2016  gennaio 17 Domenica calendario

Viaggio tra i ladri del web, dai personal shopper criminali che comprano coi soldi degli altri ai furti di identità

Mario Rossi (nome inventato) probabilmente non sa che ho tutti i suoi dati: so come è fatto, ho la scansione fronte retro della sua carta d’identità, la scansione fronte retro della patente di guida, quella del suo codice fiscale. Provo a cercarlo sul web e sui social network: è registrato su Facebook. Campano, è nato nel 1968, ha gli occhi azzurri. Secondo quanto c’è scritto sulla sua carta d’identità è un imbianchino. Su Facebook dice di avere una figlia con una rara malattia, diagnosticata da poco meno di un mese. Chiede consiglio, si affida agli utenti: c’è qualcuno che può aiutarmi a capire che malattia sia e che conseguenze può avere?”. Sembra avere appena aperto anche un account su Instagram, anche ci sono la foto della figlia e la stessa domanda.
Identità rubate: una questione di fiducia
Documenti e dati di Mario Rossi sono stati pubblicati su un forum della darknet, in regalo per tutti gli utenti. Chi li ha postati sostiene che quest’uomo sia un impostore e che quindi meriti questo trattamento. Di solito, infatti, nei market le scansioni dei documenti di persone esistenti sono vendute per poche decine di euro.
Chiedo allora a cosa servano. “I documenti li usi per aprire conti eBay o Subito, Bakeka o mercatini – spiegano – Anche se i siti non chiedono il documento, quando qualcuno deve pagare della merce e fatica a fidarsi, butti lì la domanda: ‘Vuoi che ti mandi la copia della mia carta d’identità?’. A quel punto si conquista la fiducia del cliente, che paga senza troppi problemi”. Per ricevere i soldi, spiegano, basta un bonifico bancario. “Puoi dargli qualsiasi nome. Ad esempio hai una superflash intestata a Carla Bruni e il documento a Matteo Renzi, ti spacci per il coglione di Matteo Renzi e quando chiedi il pagamento, lo chiedi a nome di Matteo Renzi e dai l’Iban di Carla Bruni: il pagamento arriva comunque”. Dicono che lo stesso può essere fatto con alcune carte prepagate: “Scarichi il documento, modifichi la foto con una che ti assomiglia, fai la registrazione online per chiedere la prepagata e poi vai dal tabacchino con le fotocopie già fatte a ritirarla. Io certe scansioni non le ho nemmeno modificate e il tipo nella foto non sembrava nemmeno il mio più lontano parente”.
Trappole e imbrogli: ecco come si fa
Tra le istruzioni per ottenere gratis dati e scansioni, c’è chi consiglia un metodo infallibile: pubblicare offerte di lavoro sui forum e poi chiedere i documenti. Ci provo: mi registro su un noto sito di inserzioni online e pubblico un’offerta di lavoro a tempo indeterminato in una azienda dell’hinterland biellese. Nell’annuncio chiedo solo il curriculum, posto una mail che ha come nome principale quello dell’azienda (nomeazienda@libero.it). Mi contattano in 64, rispondo loro come mi hanno consigliato: “La ringraziamo per l interesse nella nostra Azienda, purtroppo non riusciamo ad aprire il curriculum che ci ha inviato: gentilmente invii alla nostra mail nomeazienda@virgilio.it il suo curriculum completo di copia/scansione fronte retro documento + CF. In attesa di un suo riscontro, porgiamo cordiali saluti”. In un giorno, me ne sono arrivate nove: tutte cancellate.
Le dimensioni del problema
Quello dei furti di identità online è uno dei pochi fenomeni della darknet di cui si ha traccia in superficie: secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Crif (Frodi Creditizie), nel 2014 i casi di frode creditizia attraverso furto di identità sono stati circa 25 mila, per una perdita economica che ha raggiunto i 171 milioni di euro. Un dato, come ammesso dallo stesso osservatorio, che è approssimato per difetto e che è destinato a crescere. Anche perché esiste una sorta di manuale sparso su come ottenere piccoli finanziamenti, da quelli per acquistare smartphone e tablet a quelli per i piccoli elettrodomestici. Richiedere prestiti per cifre superiori a poche migliaia di euro sta infatti diventando sempre più difficile.
“Regalo tutto l’occorrente per una finanziaria – scrive su un forum Damir – In allegato troverete un documento d’identità fronte e retro, questi sono Iban e banca e qui l’intestatario. Potete anche fare una finanziaria da Mediaworld, Trony o dove volete: basta crearvi una busta paga di Trenitalia visto che il tipo lavora per le Ferrovie dello Stato, quindi avete probabilità di successo maggiori (a meno che non sia cattivo pagatore)”. In questo caso, l’identità rubata è di un ferroviere di 32 anni, ligure. Anche lui esiste: su Facebook c’è un profilo con decine di sue foto. E c’è chi vende anche finte assunzioni in azienda “busta paga e Cud compresi, assunzione retroattiva e possibilità di lavorare da qualsiasi parte d’Italia: costo 450 euro. Poi pagate le prime tre rate e via: il resto è tutta insolvenza”. Tecniche che si usano anche nella realtà, la rete rende solo tutto più veloce e crea nuove relazioni
Io compro, ma pagano gli altri
Ludwing, invece, è una sorta di personal shopper criminale. Lo contatto dopo aver letto un annuncio di “carding su commissione”: in pratica, si può chiedere a chi lo offre di comprare qualsiasi oggetto online, a qualsiasi prezzo, pagando una quota fissa. Chi offre questo servizio, utilizza conti altrui, carte di credito rubate o clonate e spesso estere. Possono procurarsele con le proprie forze, utilizzando esche informatiche o reali per estorcere i dati, oppure acquistarle da venditori internazionali che ne ottengono anche grandi quantità compromettendo provider di carte prepagate o processori di carte di credito. “Offro un servizio professionale, testato per anni, tramite il quale cardo per il cliente qualsiasi tipo di oggetto – scrive Ludwing –. Sono carder da quattro anni”. I suoi feedback sono positivi, i suoi clienti soddisfatti. Gli chiedo se può comprare per me una scopa elettrica che costa 130 euro, dico che voglio regalarla a mia madre per Natale, gli posto il link all’annuncio Amazon, gli prometto che se lo scambio andrà a buon fine comprerò molto altro. Risponde che mi conviene acquistarla direttamente su Internet perché sommando i suoi interessi, il 35 per cento del costo dell’oggetto, e le spese per il drop, si supererebbe il costo dell’aspirapolvere. Cos’è un drop? Finora non ne ho sentito parlare. “Significa che non sarai direttamente tu a ricevere l’oggetto dal negozio, ma lo riceverò io per te e te lo rispedirò in maniera completamente anonima. Il costo è di 80 euro per ogni pacco ricevuto”.
Così, non ci sarebbe alcun collegamento diretto tra l’acquisto e me: la responsabilità ricadrebbe su Ludwing che, così, guadagna di più. Anche perché procurarsi un drop da soli è complicato: i fermoposta e i servizi offerti dai corrieri, che prevedono la consegna in alcuni negozi convenzionati (per prelevare il pacco basta mostrare la mail dell’ordine), sono rischiosi per chi si fa recapitare merce cardata: le forze dell’ordine essere pronte a intervenire. “E no – spiegano –, farsi spedire le cose in una casa abbandonata non conviene: meglio un postino complice. Io divido sempre la merce che mi arriva con lui”.