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 2016  gennaio 18 Lunedì calendario

Angelo De Mattia spiega perché l’idea di una commissione d’inchiesta sul sistema bancario sia assurda

"Guardi, piuttosto che pensare a un’assurda commissione d’inchiesta sugli ultimi quindici anni del sistema bancario, il Parlamento dovrebbe mettere mano alla legge 262 del 2005 della tutela del risparmio”. Angelo De Mattia ha trascorso dentro la Banca d’Italia 40 anni culminati nella segreteria particolare del governatore Antonio Fazio. Ma è stato anche a lungo un uomo chiave della Cgil e del Pci nel mondo del credito. Fu a fianco di Giuseppe D’Alema (padre di Massimo) nella commissione d’inchiesta sul crac Sindona. Molte ne ha fatte e moltissime ne ha viste. Adesso che la sua amata Banca d’Italia attraversa una crisi forse più grave di quella che dieci anni fa portò alle traumatiche dimissioni di Fazio, tiene a freno la lingua per non fare la figura di chi infierisce sui guai dei suoi avversari di un tempo.
Che cosa c’è che non va nell’idea della commissione parlamentare d’inchiesta?
Finirebbe in un certamen retorico tra opposte posizioni, con poca utilità. Più efficace e rapida sarebbe una serie di audizioni nelle commissioni parlamentari per avere dai vertici di Bankitalia e Consob, e dalle altre istituzioni, la loro versione dei fatti. Così il Parlamento potrebbe occuparsi rapidamente di quello che è il suo compito, secondo me la revisione della legge 262.
La battezzò Giulio Tremonti all’indomani delle dimissioni di Fazio provocate dallo scandalo delle scalate bancarie dei cosiddetti “furbetti del quartierino”. Che cosa ha che non va?
Soprattutto la parte che regola i collegamenti e la collaborazione tra Bankitalia, Consob e magistratura. Apparentemente le vicende di cui si discute in queste settimane sono condizionate negativamente da qualche confusione normativa sui rispettivi compiti e sugli obblighi di comunicazione reciproca.
Lei che giudizio ha di questa crisi? La Banca d’Italia ha delle responsabilità?
La valutazione andrà fatta quando la magistratura avrà finito il suo lavoro. A quel punto sarà possibile dire chi ha fatto errori e quali.
Però forse non c’è tanto tempo. C’è una crisi di fiducia, sembra di trovarsi addirittura di fronte a una fuga dalle banche, come se i risparmiatori non si sentissero protetti dalla vigilanza di Bankitalia.
A me sembra che il problema vero sia un altro. La gente scappa dalle banche per gli effetti deteriori del cosiddetto bail in, la direttiva europea Brrd sui salvataggi bancari. Questo chiama in causa le responsabilità dei governi. Chi ha negoziato in ambito europeo la direttiva? Non si sono accorti che imporre il sacrificio di obbligazionisti e correntisti è un principio in rotta di collisione con l’articolo 47 della Costituzione, che tutela il risparmio? Insomma, dormivano?
Però un problema di reputazione per Bankitalia si pone. Il governatore Ignazio Visco è addirittura dovuto andare a difendersi in tv, scegliendo il salotto di Fabio Fazio.
Effettivamente è stato un inedito, non si era mai visto il governatore della Banca d’Italia esibirsi in un talk show. Conoscendo la sua prudenza, deve aver valutato la necessità della mossa, che mi è sembrata però efficace.
Insomma, avrà convinto molti ma non il premier Matteo Renzi, che ha già fatto sapere che nel 2017 non gli rinnoverà il mandato.
Renzi ha stabilito un nuovo primato. È il primo caso nella storia di licenziamento con due anni di preavviso.