la Repubblica, 18 gennaio 2016
I marinai con le divise rattoppate di Prada
Quando la moda riflette sui tempi bui e turbolenti che stiamo vivendo. Miuccia Prada lo fa con una collezione che è espressione delle preoccupazioni che il mondo vive in giorni infami come questi. E così, sulla passerella che è la ricostruzione, in legno, di una piazza, avanza un militare reduce da battaglie. Ha un’aria melanconica e romantica allo stesso tempo. È trafelato. Ci sono marinai con le divise rattoppate, i pantaloni corti e i colletti staccati. I cappotti sono quelli di un esercito che ha combattuto dure battaglie. I capi sono sartoriali ma come travolti dalle avversità della guerra. Le camicie riprendono disegni di un illustratore francese, con scene di guerra ma anche di un bacio assurdo e impossibile tra Cleopatra ed Elvis Presley. «Il presente è così imponente e sconvolgente che non possiamo astrarci da questa realtà – spiega Miuccia Prada – i tempi sono difficili e la moda ne resta contaminata». E, a tutela degli ospiti, i controlli all’ingresso della sfilata si fanno con mini metal detector che ispezionano borse e borsette.
Da Bottega Veneta, disegnato da Tomas Maier, cambia lo scenario. Qui la moda è all’insegna del lusso rigoroso ed essenziale. Tutto è costruito alla perfezione, ma con un gusto moderno. Fondamentali in questo guardaroba, in cui ricorre il cachemire ma anche innovativi tessuti gommati, sono i cappotti, le giacche a doppio petto e i maglioni, indossati con sciarpe lunghe e sottili. Una lezione di stile offerta ai giovani che vogliono scoprire il mondo della sartoria.
È un cultore dell’arte l’uomo di Salvatore Ferragamo. «Ho messo l’accento sui grafismi in bianco e nero delle fotografie di Giacomelli e i colori saturi delle tele di Egon Schiele», spiega Massimiliano Giornetti, lo stilista della maison. E così, in passerella gli abiti in tessuto Principe di Galles si alternano a maglioni con intarsi colorati e cappotti giallo ocra, rosso e ruggine. Le scarpe stringate sono il modello preferito da Andy Warhol, con macchie di colore in punta. Ottimo debutto per Davide Marello da Boglioli, un marchio di culto. La base è «il sartoriale senza tempo con una patina vissuta». Che in questo caso è ottenuto con tessuti frozen, passati nel ghiaccio, che danno fascino e un tocco soft a cappotti, giacche e pantaloni.
Mimetico, ma colorato di bianco, rosso e blu, per Moncler Gam- me Bleu. I quaranta modelli disegnati da Thom Browne celebrano un divertente camouflage in tutte le sue espressioni, dal passamontagna al piumone, dal maxi cappotto ai bermuda. Voglia di piacere anche per i ragazzi di N° 21, il marchio di Alessandro Dell’Acqua: fanno il verso ai mod inglesi, ma con parka leopardati e top in seta stropicciati ripresi dalla lingerie femminile. Da una banda giovanile all’altra. Quelle di Richmond, marchio dell’imprenditore Saverio Moschillo, ora anche direttore creativo, sono le gang japan, con bomber dalle stampe samurai, ma anche jeans couture ricamati con perline. Da Calvin Klein, viaggio alla radici del marchio con tutti i capi iconici, dal cappotto alla giacca sartoriale, doppiati in tessuto oro e argento: «L’obiettivo? Infondere energia», spiega lo stilista Italo Zucchelli, che rilancia il jeans ma in versione bianco e cammello, i completi sartoriali portati su pelle nuda. Vivienne Westwood porta in passerella la sua protesta contro «i politici criminali che distruggono il pianeta e raccontano un sacco di bugie». Per loro completi di grisaglia e per i contadini vittime di questo sistema abiti logori e stracciati.
Il giovane di Missoni è più poetico, un nomade vero, gira il mondo e con i suoi pantaloni dalle grandi tasche sfoggia maglie con straordinarie fantasie etnico- missoniane, con frange e dettagli metallici. Philipp Plein guarda allo street style e i suoi giovani sono super eroi con bomber in pelle verniciata a spray e smoking portati con scarpe borchiate.