Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  gennaio 18 Lunedì calendario

Per sfruttare al massimo il successo di Zalone i cinema aumentano il prezzo del biglietto

Mentre la stella di Checco Zalone continua imperterrita a brillare, i gestori delle sale che hanno il film in programmazione festeggiano quello che già si annuncia come il titolo-fenomeno della storia del box-office italiano. Ma a fare veri e propri salti di gioia sono gli esercenti che, valutando la straordinaria affermazione, hanno deciso su due piedi di aumentare il prezzo del biglietto. In certe sale vedere Quo vado? costa di più, anche se non è un film in 3D, anche se non è Guerre stellari e nemmeno Avatar che, a suo tempo, venne, appunto, proiettato a spettatori disposti a pagare molti euro in più che per una qualunque altra pellicola.
E allora? Successo truccato? Non proprio: «Il mercato è libero – spiega Pietro Valsecchi, produttore del Re Mida Zalone – ogni esercente è libero di stabilire il prezzo del biglietto. Quo vado? è in cartellone anche in alcune multisale che hanno proprietari inglesi e che possono autonomamente stabilire il costo dell’ingresso ai loro film. Insomma, dipende dai cinema, è un problema gestionale che prescinde dalla volontà del produttore».
D’altra parte proprio Valsecchi ha dichiarato più volte che, a suo parere, sarebbe meglio fare come in Francia, cioè parlare di successi e flop in termini di numero di spettatori e non di soldi incassati: «I francesi si riferiscono sempre alle “entrate”, e io lo trovo più esatto. Comunque, anche se usassimo questo metro di giudizio, Checco resterebbe in testa. Finora il suo film è stato visto da 8 milioni e 200mila spettatori». Lo scettro è ancora saldamente piantato sul capo dell’eroe del posto fisso e, forse, solo la carica dei film appena usciti, in odore di Oscar o girati da maestri acclamati, potrebbero minacciarne la stabilità.