Corriere della Sera - La Lettura, 17 gennaio 2016
Imparare dalle cozze a fabbricare collanti
L’ambiente pone innumerevoli problemi agli organismi che, per sopravvivere, sviluppano soluzioni. La selezione naturale vaglia le soluzioni, scarta quelle poco efficienti e premia le più valide. Gli organismi di oggi sono il frutto di milioni di anni di evoluzione e quindi le soluzioni che hanno resistito alla selezione sono molto collaudate. Anche la tecnologia ricerca soluzioni e, sempre più spesso, per risolvere i nostri problemi si ispira alle soluzioni naturali: una nuova frontiera basata sull’esplorazione della biodiversità, la bioispirazione.
Un problema non banale, per esempio, è la produzione di adesivi che resistano all’umidità. Basta pensare agli impianti dentali e le applicazioni in questo settore diventano subito chiare, per non parlare di quelle in campo idraulico e marittimo. Ci sono animali marini che hanno risolto il problema: i mitili (o cozze), per esempio, si attaccano agli scogli e resistono all’azione dei marosi producendo il bisso, una sorta di barba fatta di filamenti che fissano l’animale grazie a una sorta di colla. Ma in cosa consiste il collante?
Una collaborazione tra ricercatori dell’Istituto di nanotecnologia del Cnr, dell’Università di Singapore e dell’Università della Calabria ha svelato il segreto dell’adesività del mitilo verde ( Perna viridis ): si tratta di una proteina già conosciuta in altre specie di mitili, ma che i ricercatori hanno esplorato in dettaglio, rivelandone la struttura e le modalità di produzione. Lo studio è stato pubblicato su «Nature Communications». Queste conoscenze si spera permettano di realizzare collanti che possano operare in ambienti umidi, replicando artificialmente quello che la natura ha già ottenuto.