17 gennaio 2016
In Iran entra in vigore l’intesa sul nucleare e finiscono le sanzioni • Sono 33 le vittime in Burkina Faso • Tsai Ing-wen, la prima donna eletta presidente a Taiwan • L’Austria sospende Schengen • In Italia sono uomini 9 migranti su 10 • In Gran Bretagna l’uomo più vecchio al volante ha 103 anni
Iran 1 L’Agenzia internazionale per l’energia atomica dell’Onu ha confermato che l’Iran ha applicato tutte le misure richieste per iniziare l’applicazione dell’intesa storica firmata a luglio con sei potenze mondiali. Obiettivo: garantire che il suo programma nucleare abbia scopi pacifici. La Repubblica islamica ha rimosso il nucleo del reattore di Arak, riempiendolo di cemento in modo che non possa produrre plutonio; ridotto il numero di centrifughe, spedito all’estero tonnellate di uranio a basso arricchimento. La conferma dell’Aiea segna il cosiddetto «Implementation day». In cambio, l’Iran vedrà la rimozione delle sanzioni internazionali, con miliardi di dollari scongelati da conti esteri, e potrà tornare a commerciare il petrolio e usare il sistema finanziario. L’energia non è l’unico settore: l’Iran ha bisogno di aerei, porti, infrastrutture. Il primo beneficiario è il colosso europeo Airbus, che venderà a Teheran 114 aerei di linea. Anche Obama ha rimosso ieri il bando sull’export di aerei per passeggeri civili. Ma per le imprese americane, rispetto a quelle europee, rimangono ancora diversi ostacoli legali per far business (V. Ma., Cds).
Iran 2 L’Implementation day è stato anche il giorno della fine dell’isolamento per Jason Rezaian, giornalista del Washington Post, in carcere da 18 mesi. Rilasciato con altri tre iraniani-americani: il prete cristiano Saeed Abedini arrestato per proselitismo, l’ex marine Amir Hekmati (come Rezaian accusato di spionaggio) e Nosratollah Khosavi-Roodsari. È uno scambio: gli Stati Uniti rilasciano 7 iraniani che avevano trasferito in Iran tecnologie violando le sanzioni e lasciano cadere le accuse contro altri 14 «per presunto coinvolgimento nella vendita di armi», scrive l’agenzia Isna. È stato inoltre liberato un quinto americano, lo studente Matthew Trevithick (ibidem). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]
Burkina Faso Si è concluso con un bagno di sangue l’attacco multiplo compiuto dal gruppo jihadista Al-Murabitoun agli Hotel Splendid e Ybi e al bar Cappuccino di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso. L’ultimo bollettino del ministero della comunicazione burkinabè parla di 33 morti e 157 feriti. Due le vittime francesi, ma rimane incerto il numero e la provenienza delle altre. Tra i morti anche 5 membri del commando: due donne, due africani e un arabo. I terroristi hanno attaccato prima il ristorante Cappuccino, dove sarebbero state uccise dieci persone. Subito dopo, con due auto-bombe, si sono fatti largo nella hall dell’hotel limitrofo al locale e hanno iniziato a sparare. L’attacco è stato rivendicato poco dopo da Al-Murabitoun, l’organizzazione affiliata ad Al Qaeda nel Maghreb guidata da Mokhtar Belmokhtar, detto il Guercio, già responsabile dell’attentato all’Hotel Radisson Blu di Bamako in Mali lo scorso 20 novembre: «Combatteremo la Francia fino all’ultima goccia del nostro sangue, gli infedeli, i colonizzatori delle nostre terre, i saccheggiatori delle nostre ricchezze e coloro che violano la nostra sicurezza» (Simoncelli, Sta).
Tsai Ing-wen 1 Su Internet la rete celebra in massa la vittoria della 59enne Tsai Ing-wen, prima donna ad essere eletta presidente dell’«isola ribelle» di Taiwan. Con il 56 per cento dei voti, schiaccia l’avversario Eric Chu, il candidato del Kuomintang (Kmt) che poco dopo la chiusura dei seggi si è detto pubblicamente sconfitto e si è dimesso da segretario di partito. È la prima volta che il Kuomintang va all’opposizione dal 1949, ovvero da quando la guerra civile con il Partito comunista cinese è finita con la fondazione della Repubblica popolare e la fuga dei nazionalisti a Taiwan. «Il nostro sistema democratico, l’identità nazionale e il nostro spazio nella politica internazionale deve essere rispettato» ha dichiarato Tsai appena eletta presidente. «Qualsiasi tentativo di reprimerli metterà in serio pericolo le relazioni sullo stretto». Pechino per tutta risposta ha censurato il suo nome su Weibo, il social network cinese. I media di Stato hanno dato la notizia con poche righe di agenzia (Attanasio Ghezzi, Sta).
Tsai Ing-wen 2 Tsai Ing-wen viene da una famiglia benestante che non è mai entrata in politica. Ultima di 11 figli che il padre ha avuto con quattro differenti mogli, ha frequentato le scuole pubbliche e per trent’anni si è dedicata alla carriera universitaria. Nel 1990 è stata chiamata come consulente legale per l’ingresso di Taiwan nell’Organizzazione mondiale per il commercio. Così è iniziata la sua carriera politica. Fermamente indipendentista, nella pratica si è sempre dimostrata a favore dei rapporti commerciali con la Repubblica popolare. A lei si devono i primi traghetti e i primi voli che nel 2001 hanno collegato direttamente le due Cine. E sempre lei sarà ricordata per la legge del 2003 che ha permesso agli imprenditori taiwanesi di investire nella Repubblica popolare. Quando nel 2008 ha accettato la guida dell’agonizzante Dpp ha affermato che un’opposizione forte era necessaria per il benessere della democrazia. E ieri, appena vinte le elezioni, si è impegnata nel mantenimento dello status quo nei rapporti con l’«altra» Cina (ibidem).
Austria L’Austria ha annunciato di voler sospendere temporaneamente Schengen ed è pronta a ripristinare la frontiera al Brennero. L’annuncio è arrivato ieri sera dal cancelliere Werner Faymann: «Chi non vuole o non può chiedere il diritto di asilo, deve essere respinto». Il politico socialdemocratico austriaco è alleato strettissimo di Angela Merkel, difficile pensare ad una mossa non comunicata alla cancelliera. Faymann ha anche detto che «se l’Ue non riesce a rendere più sicuri i confini esterni, Schengen dovrà essere messa in discussione in toto». L’annuncio arriva nei giorni in cui a Berlino gira voce che Merkel stia pensando a una mini Schengen di Paesi europei che si chiuderebbe rispetto al resto dell’Ue e che comprenderebbe Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo e Austria. Una mossa che avrebbe lo scopo di mettere sotto pressione i Paesi dell’Est, ma anche Italia e Grecia, colpevoli, secondo la Germania, di non controllare abbastanza i profughi in arrivo e di non costruire abbastanza velocemente gli hot spot. Faymann ha anche annunciato che taglierà gli aiuti per i Paesi che non assorbono le quote di profughi concordate con l’Ue (Mastrobuoni, Sta).
Maschi Il 73% degli 1,2 milioni di richiedenti asilo in Europa, secondo gli ultimi dati disponibili, pubblicati dall’Economist , sono maschi contro il 66% del 2012. E l’Italia guida la lista, con il 90% di richiedenti asilo uomini. L’Europa del futuro rischia di essere troppo «maschile» e di soffrire così, inevitabilmente, un brusco aumento del tasso di criminalità. In generale, l’80-90% dei crimini — con lievi differenze da Paese a Paese — è commesso da giovani uomini adulti (Gandolfi, Cds).
Patente Giovanni Rozzo da Arzachena, provincia di Olbia-Tempio, 103 anni, gelataio a Cambridge, per i giornali d’Oltremanica è una piccola star, il «più anziano possessore di patente in Gran Bretagna», hanno scritto, assicurando però che quando si fa sera la sua Mitsubishi Lancer, blu elettrico, resta chiusa in garage: «La prima patente l’ho presa in Italia, a 21 anni. Ora me l’hanno appena rinnovata, fino al 2018 sono a posto». Nella sua carriera d’autista ha preso solo due multe («Una per velocità, ma è successo tanto tempo fa...»), non ha mai fatto incidenti (Gandolfi, Cds).
(a cura di Roberta Mercuri)