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 2016  gennaio 16 Sabato calendario

Intanto la Borsa oscura cresce

Le dark polls crescono. Le “piscine oscure”, dove gli investitori nuotano in una liquidità elettronica senza permettere al resto del mercato di sapere chi compra e vende, aumentano il loro peso. Almeno nel Vecchio continente. La prova? È fornita dai dati pubblicati da Batz Europe.Nel 2015 la media del valore nozionale delle azioni scambiate all’ “oscuro” si era assestata al 7,52% del totale. Il valore, in questo avvio di 2016, è salito ancora. E non di poco. Le dark polls, infatti, hanno raggiunto una percentuale media dell’8%. E, nell’ultima settimana di contrattazioni, sono addirittura balzate all’8,3% con, nella seduta di ieri, un controvalore giornaliero scambiato di 5,1 miliardi (nel 2011 si aggirava intorno al miliardo). Insomma, le Borse oscure sono diventate un attore importante nello scenario dei mercati europei. Al che il signor Rossi domanda: quali le cause di questo andamento? Diversi esperti rispondono che non c’è correlazione diretta con i crolli dei listini. Cioè: le dark pools non sono sfruttate dalla speculazione ribassista. In realtà, è l’indicazione, si tratta di piattaforme usate da investitori istituzionali quali, ad esempio, i fondi pensione. Questi, nel momento in cui vogliono vendere o comprare una grande quota di titoli, temono l’impatto del mercato sull’operazione stessa. «L’entità della compravendita -spiega Luca Barillaro – può indurre un rialzo, o ribasso, sull’asset interessato. Con il che il grande investitore può trovarsi in difficoltà». Così si ricorre (spesso) al listino “oscuro”.
Peraltro, gli stessi dati storici sulle quote di mercato delle dark pools confermano che non c’è legame tra queste e i crolli azionari. Nell’agosto scorso ad esempio, quando l’Euro Stoxx 50 ha ceduto oltre il 9%, il valore medio di controvalore scambiato all’oscuro è stato del 7,15%. Vale a dire un dato inferiore al mese precedente durante il quale lo stesso indice paneuropeo era salito del 5,15%.
Ciò detto, però, i numeri considerati separatamente raccontano sempre metà della storia. Come spiegarsi infatti che, a fronte dei ribassi dell’ultima settimana, le dark pools sono salite in cattedra? Seguendo l’impostazione di chi nega l’esistenza del loro legame con i cali dei listini, la salita degli scambi “oscuri” non avrebbe dovuto esserci. Invece, si e concretizzata. «A ben vedere – spiega Anna Kunkl, partner di Be Consulting – la spiegazione può essere in parte un’altra». Vale a dire? «Gli investitori che sfruttano simili pi attaforme cercano anche “protezione” dagli sbalzi dei mercati». Siano questi all’insù o all’ingiù. Così «in momenti di forti escursioni degli indici, quali gli attuali, le dark pools possono costituire la giusta soluzione».
Insomma, non è una questione di ribassi. Bensì anche, e soprattutto, d’instabilità delle Borse. Un’erraticità che, peraltro, sembra essere un fattore più determinante (sulle scelte degli investitori) rispetto alle imminenti strette regolamentari.
È ben noto, infatti, che la Mifid2 introdurrà dei limiti alle “nuotate” nelle “piscine oscure”. In particolare, da una par te le negoziazioni di uno strumento finanziario in una singola dark poll non potranno superare il 4% di tutti gli scambi su quel titolo nell’Unione europea (nell’anno precedente).E, dall’altra, le compravendite in tutti i listini “oscuri” dovranno fermarsi al livello dell’8%. Non solo. L’Esma pubblicherà delle relazioni sugli scambi ogni mese. È chiara, quindi, l’intenzione di limitare la crescita di un fenomeno che ha provocato molte polemiche. La “nobile” ricerca, in una grande transazione, di evitare il forte impatto sulle quotazioni del titolo stesso è spesso fittizia. Nei listini dark, infatti non si scambiano solo “spezzature”.
Diversi esperti sottolineano che chi “nuota” all’ “oscuro” può avere altre finalità. Anche speculative. Non è un mistero, ad esempio, che gli High frequency trader siano presenti in forza. Il che, a fronte della già loro intrinseca instabilità, può dare seri problemi in un ambiente opaco. Di qui la necessità di normative più stringenti.
Le quali tuttavia non paiono, per l’appunto, intimorire gli operatori. Certo, alcuni sottolineano che bisogna aspettare l’entrata in vigore delle nuove regole: l’inizio del 2017. E, però, già si ode la eco: il termine è troppo vicino...spostiamolo più in là.