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 2016  gennaio 16 Sabato calendario

L’uomo che ha ucciso la zia con una sega elettrica

Uccide l’anziana zia vicina di casa facendola a pezzi con una sega elettrica, si barrica nell’appartamento e, dopo tre ore di trattativa, poco prima delle 23, spalanca la porta ai corpi speciali della polizia. Notte di terrore ieri sera a Mestre dove Riccardo Torta, 68 anni, con problemi psichici e noto ai Servizi sociali del Comune, ha ucciso e fatto a pezzi l’anziana zia, che abitava nell’appartamento al piano di sotto. Alle 20 a dare l’allarme alla polizia è un vicino di casa che vede l’uomo uscire dall’appartamento della vittima con il volto stravolto e la sega ancora sporca di sangue. È un vicino che conosce il suo passato e la sua storia: per questo teme il peggio. E infatti nell’appartamento i poliziotti troveranno poi il corpo della zia dell’uomo, Nelly Pagnussat, 78 anni, fatto a pezzi proprio con la sega elettrica. Dopo l’allarme in via Ca’ Venier, nella zona pedonale del centro, arrivano carabinieri e polizia, con i corpi speciali. Gli inquilini del palazzo, un edificio di quattro piani, vengono fatti uscire uno alla volta, per evitare scene di panico, mentre L’omicida, 68 anni, era malato da tempo. Dopo essersi barricato in casa, si è arreso A dare l’allarme un vicino di casa. La donna, Nelly Pagnussat, è stata fatta a pezzi i tecnici interrompono l’erogazione di gas del condominio e di quelli vicini, per evitare che l’uomo possa saturare l’appartamento per poi farlo esplodere. E mentre la strada viene chiusa ai passanti i corpi speciali entrano in azione, cercando di farsi aprire la porta. Ma preparandosi anche al blitz. La trattativa dure quasi tre ore. Poi Torta si arrende, e spalanca la porta arrendendosi alla polizia e ai medici che avevano cercato, riuscendovi, di costruire un dialogo. E subito viene ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Mestre, dove è stato tenuto sotto controllo dai poliziotti per tutta la notte. Una vicina racconta di aver sentito, nel pomeriggio, come un «rumore di trapano», ma di non averci fatto caso. Torta è un uomo robusto, riservato e di poche parole, rapporti assenti con i vicini con l’eccezione dell’anziana zia. Il 68enne si era già resto protagonista a Venezia, in centro storico, di un delitto. Era il 31 maggio del 1973 quando lanciò dal ponte dell’Accademia una lastra di travertino colpendo un motoscafo della Guardia di Finanza sul quale viaggiavano due finanzieri, Alberto Calascione, morto poco dopo il ricovero all’Ospedale Civile, e Vincenzo di Stefano, che rimase invece gravemente ferito. Da molti anni Torta si era trasferito a Mestre.