la Repubblica, 16 gennaio 2016
Una città tedesca vieta l’ingresso in piscina ai profughi, perché molestano
Dopo Colonia, la paura di molestie sessuali da parte dei migranti dilaga in tutta la Germania. Soprattutto nel Nordreno-Westfalia (Nrw), lo Stato più popoloso e di cui Colonia è la prima città, ma non solo. A Bornheim, non lontano da Bonn, il Comune ha vietato ai richiedenti asilo maschi e maggiorenni l’accesso alle piscine pubbliche. E poche ore dopo, sempre nel Nrw, a Rheinberg, per la prima volta nella storia veniva cancellata la tradizionale festa di carnevale con la sfilata dei carri allegorici in pieno centro. Di giorno in giorno, la Repubblica federale – dopo il caso delle molestie sessuali di massa subìte da donne a opera di immigrati arabi e nordafricani a Capodanno – cambia umore e volto nell’animo. E cresce il malumore verso la politica di braccia aperte ai profughi scelta dall’estate scorsa dalla cancelliera Angela Merkel: la maggioranza degli elettori, 51%, ora la disapprova.
La decisione di vietare le piscine ai migranti maschi maggiorenni a Bornheim non ha precedenti nella storia postbellica della democrazia tedesca, e secondo i critici più severi (a cominciare dalle opposizioni di sinistra radicale e dalle Ong che assistono i migranti) evoca sinistramente l’apartheid. «Ci pesa molto – ha spiegato l’assessore agli Affari sociali di Bornheim, Markus Schnapka – ma non potevamo fare altrimenti: diverse donne, abituate ad andare a nuotare nelle piscine pubbliche, si sono lamentate negli ultimi giorni per molestie e insulti volgari». Non poche ragazze, sostiene sempre l’assessore, hanno dichiarato di essere state sistematicamente seguite e infastidite con pesanti apprezzamenti sessuali da gruppi di giovani profughi, alcuni delle centinaia di migranti richiedenti asilo ospitati in un vicino centro di accoglienza. Al momento, specificano le autorità, non si configurano gli estremi per procedere contro di loro per reati. «Chiederò che tutte le organizzazioni che li assistono – ha aggiunto l’assessore – spieghino loro a dovere come ci si comporta in pubblico in una società laica, moderna e che tiene al rispetto della parità. Avendo ricevuto tante denunce da nostre concittadine, non avevamo altra possibilità di dare un segnale». Opinione subito contestata da molti gestori di piscine pubbliche: tra l’altro, osservano, non si capisce come si possa verificare in modo attendibile l’identità e la provenienza dei molestatori.
Il clima comunque è cambiato, nella Germania dove ogni giorno gruppi di cittadini fondano ronde private e milizie civiche. E anche in Svizzera dove il governo, come già quello danese, ha deciso di confiscare i beni dei rifugiati per pagare le spese di accoglienza. All’arrivo alla frontiera, ai rifugiati verrà dato un volantino nel quale è scritto a chiare lettere «di consegnare i propri beni in cambio di una ricevuta» fino a 10.000 franchi svizzeri, circa 9.000 euro. Di fronte alle critiche di gruppi per la difesa dei diritti umani, il governo si è difeso affermando che la pratica è basata su una legge decennale che peraltro si applica a un numero molto ristretto di casi.