Corriere della Sera, 16 gennaio 2016
Crac delle quattro banche, saranno rimborsati prima gli anziani
Dovrebbero essere tre i criteri per stabilire a chi dare la precedenza negli arbitrati sugli indennizzi ai risparmiatori che hanno perso i soldi investiti nelle obbligazioni subordinate delle quattro banche salvate per decreto dal governo. Il primo è l’età del risparmiatore, dando la precedenza ai più anziani. Il secondo è il patrimonio complessivo investito presso la banca, dando la precedenza ai piccoli risparmiatori. Il terzo è la fetta di patrimonio collocata nelle obbligazioni subordinate, più rischiose rispetto ad altre forme di investimento, facendo «passare prima» chi ne aveva una percentuale più alta. Cominciano a prendere forma i due decreti che il governo dovrebbe emanare nelle prossime settimane per indennizzare i risparmiatori coinvolti nel fallimento pilotato di Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Carife.
La parte più complessa del lavoro riguarda i criteri che saranno utilizzati non per decidere quali pratiche esaminare prima ma per stabilire se il risparmiatore ha diritto oppure no all’indennizzo. Due saranno gli stessi usati per fissare l’ordine di esame delle pratiche: il patrimonio complessivo del risparmiatore investito presso la banca e la fetta di obbligazioni subordinate in quel patrimonio. A questi si aggiungerà quello più importante, il fatto che il risparmiatore sia stato adeguatamente informato sui rischi delle obbligazioni subordinate, che in caso di problemi per chi le ha emesse vengono rimborsate solo dopo aver soddisfatto tutti gli altri creditori. E cioè la violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza previsti dalla legge. Mentre resta ancora da decidere se sarà utilizzato oppure no l’Isee, la formula usata per calcolare la ricchezza complessiva delle famiglie e che tiene conto anche di stipendi, pensioni, case, oltre a tutte le forme di risparmio e di investimento.
Al momento è stata definita la parte procedurale, che regole gli arbitrati affidati all’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone. Alcuni punti sembrano già fermi. Gli arbitrati saranno gratuiti, affidati a 12 collegi composti ciascuno da cinque persone tra le quali ci potranno essere anche rappresentati della Banca d’Italia e della Consob, l’organo di vigilanza sulla Borsa. I risparmiatori avranno quattro mesi di tempo per presentare domanda, via posta certificata. Quattro mesi è anche la durata massima fissata per l’arbitrato, che deciderà a maggioranza dei suoi componenti e secondo il modello del contraddittorio, cioè sentendo le parti coinvolte. Durante l’arbitrato, il risparmiatore non potrà fare ricorso alla giustizia ordinaria, corsia che naturalmente rimane aperta in un secondo momento nel caso in cui ritenga di essere stato non solo consigliato male ma truffato. In caso di consenso tra le parti e mancanza di ulteriori ricorsi, i tempi dell’indennizzo si ridurranno ulteriormente, con un meccanismo di incentivi ancora da definire. I tempi certi hanno l’obiettivo di garantire ai risparmiatori una risposta rapida, anche se ci sono già le prime proteste dei comitati dei risparmiatori che, ad esempio, ieri ad Arezzo hanno contestato i parlamentari del Pd presenti alla loro assemblea. Ma anche quello di capire se per gli indennizzi saranno sufficienti i 100 milioni di euro finora stanziati. Molto dipenderà dai livelli di indennizzo, ancora da definire. Al momento i fondi restano quelli. Ma se, scaduti i termini per gli arbitrati, ci si dovesse accorgere che i soldi non sono sufficienti, il governo si è detto pronto ad intervenire per trovare altre risorse.