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 2016  gennaio 14 Giovedì calendario

Il Nordest ha perso le sue banche

Il grande matrimonio in banca fra Bpm e Banco Popolare è giunto all’altare. I titoli elettrizzano la Borsa. Il Banco è più grande ma è zoppo. Bpm è più piccola ma robusta. La sede sarà Verona, il quartier generale Milano. Significa che anche l’ultima grande banca nata in Veneto si prepara a emigrare.
Eppure una quindicina d’anni fa si parlava di Verona come della nuova piazza finanziaria italiana. Una boutique del denaro da contrapporre al supermercato di Piazza Affari. La rivincita del Nordest con le sue banche e le sue assicurazioni mentre Milano si ingrigiva come il suo smog. A Verona c’era la Banca Popolare (non ancora diventata Banco) e c’era la Fondazione Cariverona ben salda come maggior azionista di Unicredit. Erano gli anni in cui Paolo Biasi, presidente dell’ente, sognava di diventare l’uomo forte delle Generali. E poi le assicurazioni: la Cattolica e le sue alleanze internazionali. Un mondo di finanza e di Curia. I vasi sanguigni del vecchio potere democristiano. A fare da corona nel raggio di qualche decina di chilometri la Popolare di Vicenza guidata da Gianni Zonin e poi più su, a Montebelluna regnava Veneto Banca. Una struttura di credito e di finanza che cresceva nell’area più produttiva del Paese. Un tessuto robusto, una corazza contro la crisi. La costruzione del quartiere della City alla periferia di Verona sembrava la celebrazione del mito e della speranza.
All’alba del 2016 di quel sogno restano solo fogli ingialliti. Paolo Biasi ha abbandonato le ambizioni e anche l’abito di imprenditore. Le aziende di famiglia sono andate in malora e la Fondazione non ha più ruolo in Unicredit. Di Vicenza e Veneto Banca meglio tacere. Hanno buttato in un buco nero i risparmi di migliaia di investitori che ora cercano la rivincita. Ma prima dovranno affrontare altri sacrifici perchè il salasso di risorse con gli aumenti di capitale sarà pesante. Adesso si prepara ad emigrare anche il Banco. Quando era semplicemente Banca Popolare di Verona era stata portata dal vecchio presidente Giorgio Zanotto alla ribalta nazionale. Con i successori sono arrivati i disastri. Italease e i sanguinosi salvataggi: Novara e Lodi. Passerà sotto la guida di Giuseppe Castagna, un napoletano cresciuto a Milano che, sposterà il baricentro all’ombra della Madonnina. Sarà il sigillo su un fallimento per tutto il territorio. A provocarlo proprio l’incapacità di fare sistema. L’incapacità di collegare uomini e affari. Del vecchio progetto della City che avrebbe reso più forte tutto il Nord-est resta solo Cattolica. Ma è solo una bella piccola compagnia d’assicurazione.