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 2016  gennaio 14 Giovedì calendario

Le mazzette per i balletti al Petruzzelli di Bari scoperte anche grazie a Carofiglio

Del video della mazzetta, il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, ha detto: «Lo diffondiamo perché serva da lezione». Ventimila euro in un mese, incassati dal direttore amministrativo, come tangenti sui balletti del teatro Petruzzelli: eccolo, il nuovo scandalo sulla cultura “che dà da mangiare” a Bari.
Uno scandalo che nasce dal lavoro della procura e degli agenti della Digos. Ma anche dalla denuncia e dalla collaborazione del nuovo presidente della Fondazione lirica, lo scrittore ed ex magistrato antimafia, Gianrico Carofiglio.
Quel video sembra finto.
«Incredibile. Quando oggi l’ho visto ho pensato che non potesse essere vero. Sembra un film di Checco Zalone, con quell’impunità tanto esibita da sembrare grottesca, se non fosse così drammatica».
L’imprenditore paga. Il suo dirigente intasca. Lei ha denunciato: quando se n’era accorto?
«Chiariamo: il lavoro, eccellente, è di Procura e Digos. Io ho accettato l’invito del sindaco, Antonio Decaro, per guidare la Fondazione, visto il mio lavoro di scrittore, nella speranza che potessi fare qualcosa di buono per il teatro. Poi è successo che è servito anche il mio vecchio mestiere: la mia percezione all’inizio era stata di un ambiente vischioso, con scontri tra piccole fazioni. Pensavo a episodi di malcostume, figli di una gestione inefficiente. Poi i sospetti sono cresciuti, abbiamo raccolto carte, fatto indagini interne e abbiamo consegnato tutta la documentazione alla Procura. Ma non credevo che le cose fossero arrivate a questo livello».
La busta, il denaro.
«A vedere il video si ha l’impressione che questo signore agisca avendo la certezza di essere intoccabile. Mi ha colpito che prenda la busta continuando a parlare al telefono. È un gesto naturale, come se quello che stai facendo lo dai, appunto, per scontato».
Sembra il suo magistrato de “La regola dell’equilibrio”: lo smottamento avviene senza che ce ne sia percezione.
«Accade di trovarsi nel fondo di un pendio e di non avere alcuna percezione di esserlo: per questo anche i gesti più odiosi – e che cosa c’è di più riprovevole di intascare una mazzetta? – diventano una tremenda routine. Anche da magistrato, ho sempre avuto un sano fastidio per la restrizione della libertà personale, cosa che in molti casi però mi sono trovato costretto a fare. Ma a guardare alcune di quelle immagini sono rimasto davvero molto colpito e disturbato. Si può dire? Indignato».
Come si è arrivati a quel punto?
«Meccanismi amministrativi deteriorati hanno reso la situazione ingestibile. Il Petruzzelli è nato nell’emergenza e con quelle procedure è andato avanti: affittavano ogni mese luci dalla stessa persona, che poi era anche il responsabile amministrativo luci. In sostanza questo signore (Franco Mele, ndr) si dava appalti da solo. Quando ho cominciato a vedere questo, mi sono posto qualche domanda: mi ero immaginato il malcostume, ma episodi. Non un sistema. Ho portato tutte le carte in Procura».
In realtà ha fatto anche indagini difensive...
«(ndr, ride) Quelle le ha fatte il nostro avvocato. Su mia delega, in effetti».
Oggi ha incontrato i dipendenti del teatro. Che ha detto loro?
«Che non devono avere paura. Che chi ha sbagliato pagherà: non serve aspettare le indagini penali per avviare provvedimenti sanzionatori interni. E che il teatro è in un momento di inizio e non di fine. Avevo capito che qualcosa non andasse, guardando i dati: spendevano quanto teatri che producevano cinque volte più di noi. Da qualche mese, grazie all’ottimo lavoro del sovrintendente Biscardi, la situazione sta cambiando. Ne dico una sola: rispetto all’anno scorso gli abbonamenti sono raddoppiati».
E ora?
«Ci aspetta una stagione di altissimo livello. Comuncia il 27 gennaio, con le nozze di Figaro, produzione del Petruzzelli. Venite a vederlo, ricominciamo da lì».