la Repubblica, 14 gennaio 2016
L’esame del sangue per scoprire i tumori sarà prodotto da Bill Gates e Jeff Bezos. Costerà mille dollari
Il riferimento al Sacro Graal non è esagerato. Scoprire un tumore con un esame del sangue prima che abbia causato danni all’organismo segnerebbe la fine, o quasi, della malattia. Nell’impresa si è lanciata Grail, una nuova società americana che promette di scovare tumori molto precoci cercando le loro “impronte digitali” nel sangue.
Alla conquista del suo sogno Grail non è certo partita da sola. La nuova società ha alle spalle un finanziamento iniziale di 100 milioni di dollari, versati in parte dal fondatore di Microsoft Bill Gates e da quello di Amazon Jeff Bezos. E per scovare le infinitesime tracce di Dna che un tumore rilascia nel sangue potrà avvalersi della tecnologia di Illumina, il gigante americano delle biotecnologie che è la vera mente dell’impresa e che nelle tecniche di sequenziamento del codice genetico ha pochi rivali al mondo. Anche il ritorno che la compagnia si aspetta è da leggenda: 20 miliardi di dollari nel caso peggiore, 200 secondo lo scenario più roseo.
Scovare i tumori con un semplice test del sangue è una delle frontiere della medicina di oggi. Le cellule malate, quando muoiono, rilasciano infatti dei frammenti del loro Dna nel sistema circolatorio. Con un’accuratezza che resta comunque da affinare, le piccolissime tracce di Dna possono essere riconosciute. E studiando le loro caratteristiche è possibile risalire ancora una volta con molti limiti tecnici da superare – all’identikit del tumore e all’organo colpito. I test del sangue per la diagnosi del cancro sono usati oggi in fase sperimentale, in persone già malate e a fianco delle tecniche tradizionali. Uno studio simile (Cosmos II) viene condotto anche in Italia dall’Istituto europeo di oncologia.
Ma quel che Grail promette è molto di più: scovare i primi barlumi della malattia in persone ancora senza sintomi. Ripetendo il test ogni due anni (il costo sarà compreso tra i 500 e i 1000 dollari) sarà possibile tenersi costantemente sotto controllo e, se necessario, intervenire in anticipo. Nei prossimi mesi l’esame sarà sperimentato da Grail su circa 30mila persone. Al momento attuale infatti i test del sangue permettono di riconoscere solo alcuni tipi di tumore (polmone, mammella e colon in primis) e ancora con qualche incertezza. Ma quando la tecnica sarà affinata e convalidata – promette Illumina non senza ambizione – il test sarà in grado di identificare tumore e organo colpito senza bisogno di biopsie, aghi o bisturi.
La data prevista per il raggiungimento dell’obiettivo finale è il 2019, e di sicuro a Grail non sarà concesso di barare. Tutti gli occhi delle autorità regolatorie americane saranno infatti puntati su di lei. Quando l’anno scorso, con molta nonchalance, un’azienda assai più piccola come la Pathway Genomics di San Diego provò a vendere un test simile direttamente ai consumatori, facendosi pagare 699 dollari senza offrire alcun supporto scientifico, ricevette subito un brusco stop dalla Food and Drug Administration, l’ente governativo che in Usa regola farmaci e dispositivi medici.
«Speriamo di essere a una svolta nella lotta contro il cancro» ha risposto ai dubbi uno spavaldo Jay Flatley, direttore generale di Illumina e segretario di Grail, annunciando la sua sfida. «Con uno screening del sangue su tutte le persone sane abbiamo la possibilità di individuare la malattia in uno stadio in cui è facilmente curabile e di ridurne drasticamente la mortalità».