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 2016  gennaio 14 Giovedì calendario

Si apre qualche spiraglio nella vicenda dei marò

Nella lunga vicenda dei marò italiani accusati di avere ucciso due pescatori indiani il 15 febbraio 2012, ieri la Corte Suprema di New Delhi ha preso due decisioni rilevanti. Innanzitutto, ha prolungato fino al prossimo 30 aprile la licenza di convalescenza grazie alla quale Massimiliano Latorre è in Italia (sarebbe scaduta venerdì prossimo). Dal momento che lo scorso agosto il Tribunale internazionale per la legge del mare (Itlos) di Amburgo aveva ordinato la sospensione di tutti i procedimenti, la Farnesina ha ribadito ieri che Latorre sarebbe rimasto comunque in Italia. Infatti, sulla base di quell’ordine Roma «ritiene che sia preclusa ogni decisione da parte della Corte Suprema indiana relativamente al fuciliere Latorre e che pertanto egli possa restare in Italia per tutta la durata del procedimento arbitrale internazionale avviato dal governo il 26 giugno 2015».
La Corte indiana non ha dunque voluto creare una tensione sull’interpretazione delle decisioni dell’Itlos.
Ma anche più positiva sembra essere la seconda decisione presa dai giudici di Delhi. Hanno infatti chiesto al rappresentante del loro governo, l’avvocato dello Stato Pinki Anand, quale fosse la posizione dell’esecutivo sui tempi e i modi con i quali intende affrontare il procedimento arbitrale che dovrà portare alla decisione su dove tenere il processo ai due marò (giurisdizione). Quando Anand ha chiesto più tempo per rispondere, la Corte ha convocato una nuova udienza per il 13 aprile nella quale il governo di Narendra Modi dovrà presentare un chiarimento scritto.
Il positivo sta nel fatto che, ormai, la Corte Suprema di Delhi riconosce il procedimento arbitrale voluto dall’Italia. Non è niente di risolutivo ma è comunque lo spostamento della vicenda dall’India a un collegio di cinque arbitri che tra ora (avranno una prima riunione organizzativa il 18 gennaio) e i prossimi mesi, probabilmente ben dentro il 2017, decideranno se tenere il processo a Latorre e Salvatore Girone in India, in Italia o in un Paese terzo.
Girone intanto, resterà a Delhi, in libertà provvisoria. Come misura immediata, però, Roma ha chiesto allo stesso collegio arbitrale di permettere che ambedue i fucilieri di Marina attendano in Italia la decisione sulla giurisdizione: un sì significherebbe che anche Girone potrebbe tornare. Il collegio degli arbitri dovrebbe iniziare a discutere questa istanza in febbraio e decidere entro marzo.